L’aquilone di Colombo – Il nuovo eolico di Kitegen punta sull’Alcoa
La piccola realtà piemontese, che sembra volersi inserire come candidata all’acquisto del colosso energetico, punta tutto sull’innovativa tecnologia dell’eolico d'alta quota con apparecchi da 50 metri quadri per 12 kg di peso, sollevati a mille metri di altezza, che salgono e scendono per centinaia di metri come un yo-yo sfruttando il vento
Una provocazione, una splendida strategia di marketing o il futuro dell’eolico? Se lo sono chiesti in tanti, alla notizia che Kitegen Research di Chieri (To) si è inserita tra le candidate all’acquisizione di Alcoa, l’azienda Usa che ha una filiale in Sardegna e che negli ultimi tempi è stata al centro di mille battaglie.
Ma chi è Kitegen, che potrebbe non essere notissima a chi si occupa di rinnovabili? Si tratta di una realtà piemontese relativamente nuova (è nata nel 2007), che punta tutto su un’innovativa tecnologia dell’eolico d'alta quota. KiteGen vuole infatti raccogliere l'energia del vento attraverso grandi aquiloni, in inglese kite, appunto. Si tratta di apparecchi da 50 metri quadri per 12 kg di peso, sollevati a mille metri di altezza, che salgono e scendono per centinaia di metri come un yo-yo sfruttando il vento e che risultano - a dire dell’azienda – circa otto volte più efficienti degli impianti a terra.
Ma cosa c’entra dunque con Alcoa? In estrema sintesi il progetto su Portovesme prevede l’installazione di uno o due impianti energetici nell'area dello stabilimento, abbattendo drasticamente i costi di produzione dell'azienda più energivora d'Italia. Rispetto alla proposta dei concorrenti, Glencore e Klesch, KiteGen non chiede uno sconto sull'energia - 55 euro a megawattora, per circa 120 milioni annui rispetto al prezzo di mercato e pari grosso modo a sei volte il costo dei 700 dipendenti sardi, - ma un investimento adeguato al piano industriale, che in due anni ripagherebbe il costo dei generatori. Una scommessa, certo, ma anche un progetto concreto, finora senza capitali veri.
Dal comunicato aziendale apprendiamo che “KiteGen possiede l’esclusiva tecnologia per la produzione di energia elettrica che può essere installata e portata in breve tempo ad un LEC di 20 €/MWh e che non presenta alee di costo, di tempi di implementazione e certezza di risultato, in quanto ha superato la fase di ricerca ed ora possiede un piano industriale dettagliato che attende solo di essere implementato e che deriva da una più che esaustiva investigazione e sperimentazione. La realizzazione di fattorie del vento troposferico ad altissima densità energetica territoriale - prosegue il comunicato - , permettono, da un qualsiasi territorio sardo di circa 1 kmq, di estrarre i 300MW necessari allo stabilimento Alcoa, con disponibilità annue di oltre 5.000 ore. La spesa corrente energetica di Alcoa calcolata a 30 euro a MWh sarebbe già sufficiente a ripagare l'investimento sui generatori in circa due anni”.
Chiosa. A intervistare l’ad Massimo Ippolito in questi giorni c’era una lunga fila di giornalisti più che di investitori. Che abbia trovato l’aquilone di Colombo?