Assoelettrica attacca sugli incentivi alle rinnovabili. Aper e Anie Energia rispondono
Nuovo “j’accuse” di Chicco Testa sui costi delle fonti pulite. Risponde Aper: i benefici arrivano a 30 miliardi di euro. Per Anie Energia occorre ricordare gli sgravi fiscali ai fossili e i sussidi alle fonti assimilate del Cip6
Assoelettrica si è scagliata nuovamente contro i costi derivanti dell’incentivazione alle rinnovabili, scatenando una serie di reazioni vibrate, tra le quali quella di Aper, secondo la quale l’organizzazione guidata da Chicco Testa avrebbe dimenticato i benefici derivanti dal maggiore riscorso alle rinnovabili come, ad esempio, l’aumento dell’indipendenza energetica nazionale (meno gas, petrolio e carbone importati); la diminuzione dei costi che dovranno sostenere gli impianti termoelettrici nell’ambito del sistema europeo ETS sui diritti d’emissione (costi che pesano sulle bollette); l’incremento del PIL (le energie rinnovabili generano più ricchezza delle fossili per il Paese) fino ad una rilevante crescita occupazionale non solo quantitativa, ma anche qualitativa.
Le stime più prudenti, come quelle di Althesys, “indicano in almeno 30 miliardi di euro il saldo tra benefici e costi delle politiche già varate (altre stime più ottimistiche arrivano fino a 76 miliardi)”. Vale a dire che, a fronte dei 220 miliardi di euro che gli Italiani avranno investito nel periodo 2008-2030, il Paese avrà benefici per quasi 300 miliardi. E, si badi, si tratta di stime che non tengono in considerazione gli impatti sicuramente positivi che lo sviluppo delle rinnovabili ha sul sistema sanitario nazionale e sull’ambiente (meno malattie dovute alle emissioni inquinanti e ad effetto serra).
“Aper è fermamente convinta - conclude il presidente Agostino Re Rebaudengo - che le due facce della medaglia (costi e benefici) debbano sempre essere considerate congiuntamente.
Anie Energia ricorda invece che, quando si parla del meccanismo che stabilisce il prezzo dell'elettricità nella Borsa Elettrica (Ipex), occorre ricordare che qui si forma il prezzo di circa i due terzi dell’energia elettrica venduta in Italia e, grosso modo, i tre quarti di quella destinata ai clienti a maggior tutela (i piccoli consumatori). Le offerte di energia elettrica da parte dei produttori vengono accettate dall'Acquirente Unico in ordine di merito economico, cioè in ordine di prezzo crescente, fino a quando la loro somma in termini di kWh arriva a soddisfare la domanda prevista. Il prezzo del kWh dell’ultimo offerente accettato (quindi quello più alto) viene attribuito a tutte le altre offerte”.
“È evidente - dichiara Matteo Marini, Presidente Anie Energia - che l'aumento del prezzo dell'elettricità non è imputabile, se non in maniera trascurabile, agli incentivi alle fonti rinnovabili. In ogni contesto dove si discuta di energia elettrica dobbiamo anche considerare che l'utilizzo di combustibili fossili beneficia di sgravi fiscali che l'Ocse ha stimato in oltre 1,5 miliardi € nel 2010 cresciuti oltre i 2 miliardi € nel 2011. Infine il famoso CIP6, che ha incentivato, con quasi 40 miliardi € cumulati a fine 2011, le fonti assimilate tra le quali gli scarti della lavorazione dei combustibili fossili. Incentivi dei quali hanno beneficiato tutti i produttori tradizionali".