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Cic e Cib: “Biometano in crescita ma serve garantire l’accesso alle reti e meno burocrazia”

where Rimini when Mer, 13/11/2024 who roberto

Lo hanno detto le associazioni riuniti nella piattaforma tecnologica nazionale del biometano a Ecomondo dove hanno fatto il punto sul settore

Per raggiungere gli obiettivi cic-compostatori.jpegPnrr occorre valorizzare il più possibile i sottoprodotti di origine agricola e la raccolta della frazione organica (forsu). Servono per questo misure di semplificazione e snellimento amministrativo che consentano al maggior numero di operatori di cogliere questa importante opportunità di sviluppo. A ciò si affianca la necessità di nuove misure urgenti che favoriscano l’accesso alla rete di distribuzione del biometano prodotto e incrementino il quantitativo di frazione organica raccolta. Sono queste le linee guida per lo sviluppo della filiera del biometano in Italia tracciate dalla piattaforma tecnologica nazionale del biometano coordinata dal Cic  Consorzio italiano compostatori e dal Cib Consorzio italiano biogas nel corso del convegno “Piattaforma Biometano - le prospettive e le azioni per lo sviluppo del biometano: Pnrr e oltre”, svoltosi a Ecomondo.
Aperto da Lella Miccolis, presidente del Cic, e Christian Curlisi, direttore del Cib, l’incontro ha posto un particolare focus sulle iniziative per lo sviluppo del settore, dai bandi Pnrr alle traiettorie del Pniec, con il contributo di Paolo Arrigoni, presidente del Gse. 
 
Il biometano nel Pnrr
L’evento ha colto l'occasione per fare il punto sui risultati ottenuti dai bandi del progetto biometano previsto nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In particolare, nell’ultimo bando – è stato detto - sono stati ammessi 139 progetti, per una capacità produttiva totale superiore a 62.330 metri cubi/h, pari a circa 500 milioni di metri cubi l’anno. Un percorso non privo di difficoltà, che, dopo i ritardi accumulati nei primi due bandi dei mesi scorsi, registra oggi una maggiore partecipazione delle aziende, grazie soprattutto agli interventi normativi più recenti che hanno conferito al settore una cornice favorevole agli investimenti.
Alla discussione ha contribuito anche Paolo Arrigoni, presidente del Gestore dei servizi energetici (Gse) che riveste un ruolo cruciale nello sviluppo del biometano in Italia, promuovendo l’integrazione di questa fonte rinnovabile nel mercato energetico nazionale. “Sono due gli strumenti, entrambi gestiti dal Gse, che in Italia sostengono lo sviluppo del Biometano: il DM 2018 e il DM 2022", ha dichiarato il presidente Arrigoni. "Con il primo, con 170 impianti qualificati, che a regime garantiranno una produttività annua di oltre un miliardo di metri cubi, tutti destinati al settore dei trasporti, nel 2023, grazie agli impianti già entrati in esercizio, la produzione di biometano ha raggiunto i 332 milioni di metri cubi, sestuplicando il valore del 2019 di circa 51,7 milioni di metri cubi. La seconda misura di stimolo, prevista dal Pnrr, ha visto con le prime 4 procedure competitive l’ammissione di 278 progettualità, per una producibilità totale di altri 1,1 miliardi di metri cubi l’anno, destinati per il 15% ai trasporti e per l'85% agli usi industriali. L'apertura della quinta procedura è prevista per il 18 novembre 2024”.
 
I numeri del biometano in Europa
L’Italia è oggi il secondo Paese in Europa per produzione di biogas, con significativi aumenti di capacità anche nel settore del biometano. Le prospettive di crescita del settore trovano conferma anche a livello europeo: i dati EBA riportano 1.548 impianti di biometano, con una crescita del 32% rispetto al 2023. Oltre l'80% degli impianti è ora connesso alla rete del gas, con quasi la metà (49%) collegata alla rete di distribuzione e il 14% a quella di trasporto. Un percorso promettente che si avvicina con forza e impegno agli obiettivi del Piano REPowerEU della Commissione Ue, che mira a 35 miliardi di metri cubi di biometano in Europa entro il 2030, anche se studi recenti suggeriscono un potenziale del settore fino a 150 miliardi di metri cubi entro il 2050.
 
Le prospettive di sviluppo del biometano in Italia
Una traiettoria che si riflette anche nel nostro Paese. Infatti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede entro il 2026 ulteriori 2,3 miliardi di metri cubi di biometano attraverso la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione di una parte di quelli esistenti, a cui si aggiunge la linea indicata dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) che vede un target di produzione di 5 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030. Secondo le proiezioni del Centro Studi Cic, l’Italia ha prodotto nel 2023 circa 220 milioni di metri cubi di biometano dai rifiuti organici. Per garantire un flusso regolare di rifiuto organico verso gli impianti di digestione anaerobica e tendere al target ambizioso di produzione di biometano, è necessario anche incrementare la raccolta differenziata di questa frazione che, in alcune aree d’Italia, è ancora assente o insufficiente nonostante l’obbligo già in vigore dal 2022. Verosimilmente, i quantitativi massimi raggiungibili dal rifiuto organico potrebbero aggirarsi intorno ai 370 milioni di metri cubi/anno al termine del biennio 2024-25.

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