DM rinnovabili non fv, Anie Rinnovabili: c’è il rischio che si riveli un duro colpo per lo sviluppo del settore green
Lo scenario è tracciato dal presidente, Emilio Cremona: “Non è idoneo a garantire lo sviluppo del settore, perché il provvedimento non offre un quadro stabile nel medio periodo”
“Se la Conferenza unificata approvasse integralmente lo schema di decreto ministeriale sulle fonti rinnovabili (Fer) non fotovoltaiche, lo sviluppo di questo tipo di fonti elettriche subirebbe un contraccolpo”. A delineare questo scenario è Emilio Cremona, presidente di Anie Rinnovabili, l'associazione che in Federazione Anie raggruppa le imprese costruttrici di componenti e impianti chiavi in mano per la produzione di energia da fotovoltaico, eolico, biomasse e geotermia, mini idraulico.
“Lo schema di decreto - spiega Cremona - non è idoneo a garantire lo sviluppo del settore, perché il provvedimento non offre un quadro certo e stabile nel medio periodo”.
Il taglio degli incentivi “ha interessato tutte le fonti, seppur in maniera differente in funzione della taglia degli impianti, ma in particolar modo quelli di piccola taglia con punte sino al 40% in meno rispetto alla precedente tariffa, cui si aggiunge il contenuto dimensionamento dei contingenti di potenza per tipologia di fonte rinnovabile - segnala il presidente di Anie Rinnovabili - in generale, le iscrizioni ai registri e la partecipazione alle aste continuano a non prevedere auspicati meccanismi tali da garantire la reale esecuzione degli impianti, rischiando di alimentare speculazione e di generare ulteriore incertezza negli operatori, bloccandone l'attività”.
Annuncio dei 5,8 miliardi con sei mesi di anticipo - Per garantire la trasparenza del mercato, Anie Rinnovabili auspica che “il Gse comunichi il raggiungimento dell'obiettivo limite dei 5,8 miliardi con un anticipo di 6 mesi - dice il presidente Emilio Cremona - , che venga introdotto un sistema di garanzia pari al 10% del valore di tutti i progetti a garanzia dell'effettiva volontà di realizzazione dell'investimento, che venga annullato il divieto di accesso agli incentivi a tutti gli impianti che hanno avviato i lavori di costruzione prima dell'entrata in vigore del decreto, che si adotti lo scorrimento automatico dei progetti inseriti in posizione non utile ai fini dell'incentivo ogniqualvolta avvenga una rinuncia o decadenza dei termini, che il GSE comunichi con cadenza mensile le eventuali risorse residue divenute disponibili per le fonti ad accesso diretto”.