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Ecco che cosa propone l’appello tutto-rinnovabili alternativo al nuovo Pniec

where Roma when Mer, 17/07/2024 who roberto

Lo hanno sottoscritto un gruppo di docenti e ricercatori. Dice l’appello: le rinnovabili sono capaci di soddisfare il 100% del fabbisogno di energia, sia attuale, sia dei prossimi anni

Oltre novanta esponenti delle 100rinnovabili.jpgprincipali associazioni ambientaliste, un gruppo di docenti e ricercatori di numerose università e di esponenti di organizzazioni del mondo delle imprese hanno sottoscritto un appello per un “100% rinnovabili Network”, in alternativa alla proposta del nuovo Pniec (piano Nazionale integrato per l’energia e il clima) di ritorno al nucleare in Italia. A seguire il testo.
 
Appello per un “100% Rinnovabili Network”
“Le fonti energetiche rinnovabili – solare, eolica, idrica, biomassa, geotermica – sono amiche del clima, disponibili, sicure e, se ben programmate e pianificate, sono a basso impatto ambientale ed economicamente convenienti. In Italia, come in altri Paesi, le rinnovabili sono capaci di soddisfare il 100% del fabbisogno di energia, sia attuale, sia dei prossimi anni, utilizzando in modo integrato le diverse fonti, adeguando e gestendo in modo intelligente le reti, governando la domanda e migliorando l’efficienza e il risparmio energetico, investendo in sistemi di accumulo, inclusi quelli in fase di sviluppo, di breve e di lunga durata. Invece di accelerare, in modo adeguato, lo sviluppo delle rinnovabili per arrivare alla piena decarbonizzazione della produzione di elettricità, il nuovo piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) prevede uno scenario di ritorno al nucleare a fissione, con la costruzione di Small Modular Reactor (SMR), di Advanced Modular Reactor (AMR) e di micro reattori, con una potenza di 0,4 GW al 2035, 2 GW al 2040, 3,5 GW al 2045 e 7,6 GW al 2050. I nuovi modelli di reattori nucleari a fissione, anche se più piccoli dei precedenti, generano comunque grandi quantità di isotopi altamente radioattivi, producono rifiuti radioattivi, pericolosi per molte migliaia di anni, contaminano impianti e siti per lunghissimi periodi, sono pur sempre impianti a rischio di incidenti che, anche se con una probabilità bassa, possono causare impatti devastanti. La disinvoltura con la quale, nell’attuale dibattito sul ritorno al nucleare, si trascurano, o addirittura si negano, impatti e rischi ambientali delle nuove centrali nucleari a fissione, è un indice di come in certi settori sia ancora bassa l’attenzione alla tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza.
Il ritorno al nucleare, ancora di più per un Paese che ne è uscito da molti anni, avrebbe un costo molto alto. I pochi nuovi reattori realizzati hanno comportato costi di gran lunga superiori a quelli previsti dal progetto iniziale. La costruzione di centrali nucleari è ormai talmente costosa da richiedere ovunque il sostegno dello Stato: in Francia la società che le costruisce e le gestisce, fortemente indebitata, è stata resa al 100% pubblica.
In Italia è in corso una campagna, condotta dalla lobby filonucleare, a senso unico, senza contradditorio, che punta a far credere che, per decarbonizzare l’energia, sia necessaria una quota significativa di energia nucleare, mentre in Germania, in prima fila nelle misure per il clima, sono state recentemente chiuse tutte le centrali nucleari.
Visto che la fattibilità e la sostenibilità economica dei nuovi reattori proposti è da verificare e che nessuno di questi nuovi reattori è stato ancora realizzato in Occidente; visto che in l’Italia il nucleare è stato fermato da referendum sostenuti da un ampio consenso popolare e che il nostro Paese è densamente popolato, con un diffuso rischio sismico, con vaste aree a rischio di alluvione e frane; visto che, in 14 anni, non è ancora stato localizzato un deposito per i rifiuti radioattivi, il programma di costruzione di reattori nucleari è poco credibile e produce soprattutto un effetto preoccupante : frena l’impegno
per accelerare lo sviluppo – possibile, necessario e conveniente – delle rinnovabili. Per queste ragioni, per contribuire ad una più corretta informazione sulle scelte energetiche e ambientali, per affrontare più seriamente il riscaldamento climatico, promuoviamo un “100% Rinnovabili Network”.
 
I firmatari
Franco Andreone;  Nicola Armaroli; Vincenzo Balzani; Fabrizio Barca; Ugo Bardi; Francesco Basile; Donatella Bianchi; Carlo Blasi; Ferdinando Boero; Andrea Boraschi; Ivana Borsotto; Antonio Brunori; Marco Bussone; Federico Butera; Stefano Caserini; Mauro Ceruti; Alessandro Chiarucci; Maria Paola Chiesi; Stefano Ciafani; Luigi Ciotti; Elena Comelli, Francesca Cotrufo, Roberto Danovaro, Roberto Della Seta, Livio De Santoli, Antonio Di Natale, Luciano Di Tizio, Anna Donati, Michele Dotti, Maria Cristina Facchini, Anna Fasano, Toni Federico, Francesco Ferrante, Christian Ferrari, Andrea Filpa, Jacopo Fo, Monica Frassoni, Marco Frey, Giuliano Gabbani, Maria Rita Gallozzi, Walter Ganapini, Domenico Gaudioso, Alessandro Genovesi, Federica Giannattasio, Marco Giusti, Donato A. Grasso, Marco Grasso, Laura Greco, Silvio Greco, Arturo Lorenzoni, Sergio Malcevschi, Maria Grazia Mammuccini, Anna Lisa Mandorino, Emiliano Manfredonia, Sofia Mannelli, Marco Marchetti, Davide Marino, Vittorio Marletto, Walter Massa, Lella Miccolis, Bruno Massa, Luca Mercalli, Fiorenza Micheli, Luigi Moccia, Carlo Montalbetti, Mario Motta, Renzo Motta, Rossella Muroni, Giuseppe Onufrio, Vanessa Pallucchi, Carlo Petrini, Davide Pettenella, Attilio Piattelli, Ermete Realacci, Rossana Revello, Fabio Roggiolani, Edo Ronchi, Katia Scannavini, Giuseppe Scarascia-Mugnozza, Bartolomeo Schirone, Gianni Silvestrini, Silvia Stilli, Ezio Todini, Simone Togni, Mario Tozzi, Vincenzo Trischitta,  Fabrizio Tucci, Sergio Ulgiati, Margherita Venturi, Patrizia Vianello, Paolo Rocco Viscontini, Giovanni Battista Zorzoli.

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