Ecco perché l’Italia ha enormi opportunità di sviluppo nell’eolico offshore galleggiante
Uno studio e un progetto di The European House-Ambrosetti in collaborazione con Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia punta su decarbonizzazione e creazione valore
di Roberto Bonafini
Le energie rinnovabili, come l’eolico, non generano ricchezza e occupazione in Italia e oltretutto creano problemi anche alla natura circostante a causa del loro impatto sul territorio. Non ci stanno e hanno cercato di ribattere a queste considerazioni errate i promotori dell’eolico marittimo galleggiante di Floating Offshore Wind Community, un progetto creato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia che sostiene con dati, previsioni e proposte il contributo positivo di questa tecnologia innovativa sull'economia italiana e su altri aspetti come il rispetto della fauna marina. La conclusione del primo anno della Community, celebrata in questi giorni, è culminata con la presentazione di uno studio con i 10 punti di forza dell’eolico offshore galleggiante che offrono una chiave di lettura nuova rispetto alle numerose convinzioni errate sul tema e una tavola rotonda dove oltre 50 vertici di aziende e istituzioni si sono confrontati a Roma.
Una leadership mondiale?
Il nostro Paese è il luogo ideale per ospitare e produrre energia verde attraverso turbine galleggianti contribuendo in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, con potenzialità da terzo mercato mondiale e un contributo del 60% all’intero fabbisogno. Il nostro Paese potrebbe ambire ad una posizione di leadership industriale, grazie a una già affermata filiera industriale nei settori della siderurgia e della navalmeccanica. Inoltre, l’offshore galleggiante, per efficienza e minimizzazione dell’impatto ambientale, potrebbe avere ricadute molto positive sul territorio, contribuire all’economia e all’occupazione, creando valore per le comunità ospitanti, anche mediante compensazioni di lungo termine.
L’eolico è fondamentale
Partiamo dalle stime future: si prevede che al 2050 che la produzione di energia elettrica in Italia crescerà a oltre il doppio rispetto a quella attuale (600-700 TWh vs. 276 nel 2022), con le rinnovabili che contribuiranno tra il 95% e il 100% alla generazione elettrica totale. L'eolico sarà fondamentale: rappresenterà fino al 23% dell'elettricità totale generata (dal 7% del 2022), di cui fino al 10% proveniente dall’offshore rendendo necessaria l’installazione di almeno 20GW di eolico galleggiante entro il 2050.
I minori impatti sull’habitat marino
Una convinzione erronea diffusa che riguarda la mancata adattabilità dell'eolico offshore galleggiante al contesto del Mare Mediterraneo: ebbene, questa tesi è stata smentita dagli studi della Community, da cui emerge che questa tecnologia è la soluzione più idonea per aumentare la capacità delle energie rinnovabili, garantendo un impatto ambientale medio fino al 67% inferiore rispetto a quello dell’energia elettrica attualmente prelevata dalla rete italiana, per la possibilità di produrre energia in modo meno invasivo per il territorio. Non presentando una superficie interrata, le turbine galleggianti risultano, infatti, meno impattanti sui fondali rispetto alle controparti a fondo fisso, con minori conseguenze sugli habitat marini, oltre a essere quasi invisibili all’orizzonte grazie al loro posizionamento distante dalla costa.
La supply chain dà valore e lavoro al territorio
Un’altra convinzione che merita di essere riconsiderata riguarda l’immaturità della catena di fornitura italiana nel supportare target ambiziosi di eolico offshore galleggiante al 2030 e al 2040. Nella realtà dei fatti, il nostro Paese vanta una leadership in diversi settori collegati alla produzione di tecnologie necessarie allo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante, in particolar modo il comparto metallurgico, navalmeccanico e delle infrastrutture portuali, che già oggi attivano complessivamente un totale di 255,6 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati nel Paese. Contrariamente all’errata prospettiva secondo cui lo sviluppo delle fonti rinnovabili difficilmente genera valore nei territori locali, l'eolico offshore galleggiante potrà avere notevoli impatti positivi sulle comunità locali italiane, soprattutto nelle regioni del Sud. La creazione di una filiera nazionale per questa tecnologia - che implicherebbe fabbricazione, assemblaggio, varo integrazione, oltre a progettazione e manutenzione - potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 Mld€, con l’attivazione di filiere sul territorio nazionale e conseguenti ricadute occupazionali: nell’ipotesi di realizzare 20 GW al 2050, si potrebbero generare circa 27 mila nuovi occupati in Italia al 2050.
Il potenziale da terzo Paese al mondo
Lo studio della Community ha dato una chiave di lettura diversa anche in rapporto alla critica concernente l’assenza di potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia: grazie alle caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei suoi fondali, il nostro Paese ha un enorme potenziale. L'Italia si posiziona infatti come il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante, secondo il Global Wind Energy Council. Le stime svolte in collaborazione con il Politecnico di Torino indicano un potenziale di 207,3 GW in Italia per l’eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.
Lo sviluppo internazionale (ma non in Italia)
Negli ultimi anni, a livello internazionale l’eolico offshore galleggiante ha registrato un significativo sviluppo che si è tradotto in importanti investimenti: con più di 30 GW installati al 2022, la Cina è al momento il primo Paese per potenza installata di eolico offshore a fondo fisso e galleggiante, più che raddoppiando la capacità installata del Regno Unito (13,8 GW), secondo Paese a livello mondiale in questo specifico segmento, e triplicando la Germania, leader in UE con 8,1 GW installati.
Mentre i leader globali puntano con decisione su questa tecnologia fissando ambiziosi target al 2030 e al 2050, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore, a dimostrazione del fatto che questa tecnologia è ancora considerata residuale in Italia (almeno per il 2030), nonostante il Paese abbia un ampio potenziale in termini di spazio marino.
Visione industriale a lungo termine
La Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, per garantire investimenti significativi nel settore è essenziale definire una chiara visione industriale a lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le aziende nazionali e attragga investimenti esteri. Sarà importante, a tal fine, stabilire obiettivi intermedi per il 2035 e il 2040, insieme a una pianificazione trasparente e a lungo termine delle aste per finanziare i progetti.In tal senso è, inoltre, cruciale accelerare l'attuazione dei piani di gestione dello spazio marittimo (PSM), per il quale l’Italia è in procedura di infrazione UE, per non aver ancora presentato il piano dovuto.
Trovare siti idonei
Nel breve termine, si propone un meccanismo decentralizzato per identificare rapidamente siti idonei allo sviluppo di progetti eolici offshore, coinvolgendo gli sviluppatori e facilitando la partecipazione di più stakeholder per un rapido sviluppo. Nel frattempo, l'attuazione del PSM dovrebbe procedere con un approccio centralizzato, potenziando il coinvolgimento delle parti interessate. Approcci di questo tipo sono già stati applicati con successo in altre nazioni quali l’Irlanda.
Coinvolgere i territori
Per garantire l'accettazione dei parchi eolici offshore galleggianti da parte degli stakeholder, delle comunità e delle Istituzioni locali, è essenziale adottare un approccio concertativo. Ciò implica il coinvolgimento dei territori e degli operatori economici sin dalle prime fasi, anche durante la progettazione, per potenziare il dibattito pubblico e includere le regioni nel processo autorizzativo, sviluppando una "carta di compensazione" per misure di lungo termine. Inoltre, è necessario rafforzare i criteri delle aste per garantire un impegno verso la localizzazione delle catene di approvvigionamento industriali dell'eolico offshore galleggiante in Italia.
Quadro chiaro degli incentivi
Alla luce degli importanti benefici industriali che lo sviluppo dell'eolico offshore galleggiante è in grado di generare, è essenziale creare un quadro chiaro di incentivi economici in grado di accelerare gli investimenti e stimolare la filiera industriale nazionale. La pubblicazione del Decreto FER 2, che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili innovative, è un elemento chiave. L'aggiornamento costante delle tariffe d'asta con l'inflazione e le sovvenzioni capex per infrastrutture cruciali sono altrettanto indispensabili per garantire la competitività dei progetti nazionali e contribuire a generare ricadute occupazionali nel nostro Paese.
Il ruolo di Terna
È infine essenziale potenziare il ruolo di Terna nell'implementazione di un piano di sviluppo infrastrutturale di rete per accelerare i progetti eolici offshore galleggianti, favorendo un costante dialogo tra Terna e gli operatori del settore eolico offshore, per gestire le numerose domande e integrare i sistemi di richieste di connessione e Valutazione di Impatto Ambientale.