Energia, Ebs: le biomasse solide sono un pilastro dell’economia circolare
Se n'è parlato nel corso della tavola rotonda promossa dall'Associazione Energia da Biomasse Solide
Il contributo della produzione di energia elettrica da biomasse solide come strumento fondamentale di attuazione dei principi dell'economia circolare e come elemento importante per la tutela ambientale, la riduzione dei costi sociali e lo sviluppo economico del settore agricolo e delle comunità locali è stato al centro della tavola rotonda "Biomasse solide, pilastro dell'economia circolare", promossa dall'Associazione Energia da Biomasse Solide, che raggruppa 11 operatori del settore per un totale di 13 impianti attivi in tutta Italia.
A introdurre il dibattito, Simone Tonon, Presidente dell'Associazione EBS: “è fondamentale valorizzare tutte le potenzialità della filiera agroenergetica. Basti pensare che l'ENEA stima una disponibilità effettiva di biomassa residuale ad uso energetico complessivamente pari a 13,2 milioni di tonnellate annue. Inoltre, una gestione corretta e sostenibile degli 11 milioni di ettari di superficie boschiva italiana - peraltro in costante aumento nel corso degli ultimi decenni - consentirebbe al sistema Paese un importante risparmio di oneri per fare fronte ai dissesti idrogeologici e agli incendi boschivi. Per non parlare dei benefici economici per il settore agricolo e per le comunità locali, derivanti dalla valorizzazione dei terreni marginali e dall'impiego dei sottoprodotti agricoli e forestali”.
L'Italia è un po’ indietro rispetto ad alcuni Paesi europei per l'utilizzo delle biomasse solide come fonte di energia, ma le biomasse restano una risorsa nazionale che dovrebbe essere utilizzata di più. Ne è convinto l'ex ministro dell'Ambiente, Corrado Clini che ha partecipato alla tavola rotonda.
Stefano Saglia, segretario dell'associazione parlamentare per lo sviluppo sostenibile ha ribadito la necessità di una nuova strategia energetica nazionale per promuovere l'utilizzo delle biomasse solide. “Diciamo che sul tema generale delle fonti energetiche rinnovabili l'Italia ha avuto delle buone performance, soprattutto nel settore dell'eolico e del solare; forse ha trascurato l’aspetto delle biomasse solide, laddove ci può essere un contributo importante per quanto riguarda il tema dei cambiamenti climatici, la riduzione di emissione di CO2. Quindi è necessario traghettare oltre il 2020 quelli che prima erano incentivi e che domani potranno anche essere strumenti diversi, perché tutte le politiche sino ad oggi delle fonti pulite sono state orientate come traguardo al 2020, ma dobbiamo guardare al 2030 almeno e per questo penso sia giusto quanto affermato dal ministro dello sviluppo economico Calenda in merito al fatto che si debba aggiornare la strategia energetica. Nel momento in cui si sarà aggiornata la strategia energetica nazionale in chiave europea si potranno individuare anche gli strumenti per dare un futuro a questo strumento, che crediamo sia assolutamente utile e in linea con quelle che sono le politiche internazionali".
Secondo il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani, l'esiguo utilizzo delle biomasse solide deriva dalla mancanza di “norme chiare per un concreto utilizzo delle risorse boschive, dalla parziale applicazione della normativa europea di riferimento e dalla discordanza delle normative regionali. È per queste ragioni - ha spiegato Sani in un indirizzo di saluto inviato alla tavola rotonda - che si rende necessaria una nuova politica forestale nazionale, che promuova e favorisca l'uso del legname e dei cascami nostrani e che allo stesso tempo consenta la manutenzione e la salvaguardia dei boschi”.