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L’eolico offshore fra mito e realtà. Intervista con Ksenia Balanda (Nadara e BlueFloat Energy Partnership)

where Milano when Mer, 13/11/2024 who roberto

I costi, l’impatto ambientale, il ruolo delle comunità costiere: ecco alcuni dei temi più caldi che riguardano gli impianti eolici in mare. “Per rendere l'eolico offshore competitivo sui mercati è necessaria l’implementazione di una supply chain locale. Quando sarà ben strutturata e i progetti verranno realizzati con regolarità, i costi scenderanno”
 di Luca Gringeri

I costi, l’impatto ambientaleksenia-balanda.jpg, il ruolo delle comunità costiere: ecco alcuni dei temi più caldi che riguardano gli impianti eolici in mare. Ne abbiamo parlato con Ksenia Balanda (nella foto), di Nadara.

Iniziamo a parlare dei costi. Molto spesso si dice che l'eolico offshore abbia costi proibitivi, o quantomeno molto elevati. È davvero così costoso l’eolico offshore?
I costi dell'eolico offshore sono ancora relativamente alti; d’altra parte parliamo di un fenomeno che riguarda ogni nuova tecnologia che si affaccia sul mercato. Se consideriamo l'eolico onshore e il fotovoltaico su terraferma, fino a qualche decina di anni fa avevano anch'essi costi piuttosto elevati, e nessuno avrebbe immaginato che sarebbero diventati più convenienti delle fonti fossili, eppure oggi è così. Lo stesso accadrà probabilmente con l'eolico offshore, il quale sconta il fatto che mancano ancora le economie di scala e, soprattutto, non c'è ancora una supply chain consolidata a livello locale. Quando questa sarà ben strutturata e i progetti verranno realizzati con regolarità, i costi scenderanno. Insomma, se è vero che il costo dell’eolico offshore non è un mito, è altrettanto vero che non è nemmeno una caratteristica intrinseca di questa tecnologia. Inoltre, abbiamo già visto una forte riduzione dei costi nell'eolico offshore con fondazioni fisse (fixed-bottom), che sono ormai competitive a livello globale, ma che in Italia non possono essere largamente utilizzate. Lo stesso succederà con l'eolico galleggiante.
 
C’è chi sostiene che gli impianti eolici offshore rovinano il paesaggio. È vero?

Questo sì è un mito. La tecnologia galleggiante, quella più adatta alle grandi profondità marine, consente di posizionare gli impianti a decine di chilometri dalla costa. Ciò riduce drasticamente l’impatto visivo e, nelle giornate non particolarmente limpide, lo annulla completamente. Rispetto a impianti o piattaforme petrolifere, gli impianti eolici sono praticamente invisibili: nelle giornate più limpide, si vedono solo come un piccolo puntino all'orizzonte, non più grande di un’unghia. Per quanto riguarda i nostri progetti, abbiamo già pubblicato simulazioni fotografiche che mostrano l’impatto visivo degli impianti in fase di costruzione, in modo da far vedere alle comunità locali quale sarà l'effetto finale. Le simulazioni hanno evidenziato che, nelle giornate più limpide, si potrà vedere un piccolo puntino, mentre nei giorni normali l’impatto visivo è praticamente nullo.
 
E a livello di disturbo per la fauna marina o per gli uccelli?
Per quanto riguarda l’impatto sui cetacei causato da vibrazioni e lavori in mare, l’effetto dell’eolico offshore galleggiante è praticamente nullo. La tecnologia galleggiante non richiede la perforazione del fondale marino per fissare la fondazione né pesanti e durevoli lavori di costruzione in mare. Le piattaforme e le turbine vengono costruite e assemblate nelle aree portuali, per poi essere trainate e ancorate al fondale con ancore simili a quelle utilizzate dalle navi. Potrebbe esserci un minimo disturbo legato al trasporto e al lancio dell’ancora, ma con un impatto minimo.
Per quanto riguarda gli uccelli, il disturbo è pressoché nullo. I progetti vengono costruiti lontano dalle rotte migratorie e, in ogni caso, gli impianti sono talmente bassi rispetto al volo degli uccelli che l'interazione con le turbine è altamente improbabile. Inoltre, per quanto riguarda la pesca e l’acquacoltura, gli studi dimostrano che queste piattaforme creano benefici per l'ambiente marino. Le strutture diventano nursery per i pesci, dove si formano nuove colonie. Sotto le piattaforme cresce vegetazione che serve da rifugio e luogo di alimentazione per i pesci, favorendo il loro ripopolamento. Questo fenomeno produce un effetto positivo, noto come spill-out, in cui i pesci escono dalla piattaforma per andare verso il mare aperto o le coste, apportando benefici anche alla pesca. Anzi, i benefici per i pescatori sono duplici: da una parte, il ripopolamento della fauna marina e, dall’altra, il recupero dei fondali danneggiati dalla pesca a strascico.
 
Parliamo ora della dismissione degli impianti.
Il grande vantaggio di queste tecnologie è che la dismissione è completamente sostenibile, poiché tutte le strutture sono rimovibili alla fine della vita utile dell’impianto: piattaforma, agganci, ancore. Le pale eoliche, inoltre, sono fatte di materiali riciclabili. Gli impianti sono estremamente longevi: una turbina dura dai 25 ai 30 anni, mentre la piattaforma ha una vita utile molto più lunga. A proposito di piattaforme, in passato, in Australia, è successo che i pescatori abbiano chiesto di mantenere piattaforme petrolifere in fase di dismissione per l'effetto positivo che queste avevano sul ripopolamento dei pesci.
 
Come funziona con i venti? Le turbine si fermano quando il mare è calmo?
Le turbine sono progettate per essere "intelligenti" e per fermarsi in caso di eventi atmosferici estremi, come i cicloni mediterranei. E si fermano anche in caso di assenza di vento, possibilità che è praticamente inesistente. Su due dei nostri siti, abbiamo monitorato vento, temperature, correnti e pressione tramite Lidar (laser imaging detection and ranging) per oltre un anno, e non abbiamo mai registrato un giorno senza vento. Questo è uno dei grandi vantaggi dell'offshore: in mare aperto le correnti sono praticamente sempre presenti e molto costanti, il che garantisce una produzione energetica regolare.
 
Concludiamo parlando della Floating Offshore Wind Community.
Prima di tutto, vorrei smentire un altro mito molto diffuso. Spesso si sostiene che l'eolico offshore non porti benefici alle regioni che ospitano gli impianti, poiché l'energia prodotta verrebbe destinata altrove. Non è assolutamente così. L’eolico offshore è strettamente legato all’economia locale: crea posti di lavoro, stimola l'industria e attiva le aree portuali o industriali. È un approccio olistico alla transizione energetica: non solo produzione di energia rinnovabile, ma anche – e soprattutto – un’opportunità per rivitalizzare un tessuto industriale e occupazionale che negli ultimi anni ha subito un significativo declino.
La Floating Offshore Wind Community è un'iniziativa lanciata durante il 49° Forum di Cernobbio da The European House - Ambrosetti, in collaborazione con Acciaierie d'Italia,  Fincantieri e la nostra partnership Nadara-BlueFloat Energy, nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sull’eolico offshore galleggiante e costruire una strategia comune per facilitare la diffusione di questa prossima frontiera della produzione energetica in Italia. Durante il nostro lavoro, abbiamo calcolato che l’industria legata all’eolico offshore potrebbe generare un impatto economico di circa 57 miliardi di euro nei prossimi venti anni.
Inoltre, l'Italia ha tutte le carte in regola per diventare uno dei principali mercati per queste tecnologie. Se sfruttato correttamente, il potenziale dell'eolico offshore potrebbe coprire fino al 60% delle necessità energetiche nazionali, grazie alla nostra posizione strategica nel Mediterraneo e all’adozione crescente di piani di sviluppo per l’eolico offshore da parte dei Paesi limitrofi. L'Italia potrebbe fungere da hub per l'industria offshore, collegando le aziende straniere con il mercato europeo.
Quindi, sotto questo punto di vista, abbiamo davvero tutte le opportunità per costruire una filiera industriale solida e creare valore sul territorio. Come abbiamo evidenziato nello studio della Floating Offshore Wind Community, questa tecnologia è il connettore che unisce diversi settori, dall’energia alla nautica, dalla logistica alla creazione di posti di lavoro, contribuendo a costruire una nuova industria che non solo produce energia verde, ma sviluppa anche economia e innovazione.
In questo contesto, l’eolico offshore deve entrare prepotentemente nell’agenda politica del Paese. I target del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), che prevedono 131 GW di rinnovabili installati entro il 2030, sono ambiziosi, difficilmente raggiungibili senza l'accelerazione delle tecnologie come l'eolico offshore. Con il ritmo attuale di crescita, è fondamentale puntare sull'eolico offshore per raggiungere questi obiettivi, altrimenti rischiamo che rimangano semplici dichiarazioni di intenti.

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