L’Europa potrebbe raggiungere quota 45% di rinnovabili al 2030 con la super-rete che fa risparmiare
Il rapporto, basato sull'analisi da Energynautics, prevede l’utilizzo di una super-rete che potrebbe evitare agli Stati europei di sprecare miliardi di euro l'anno spegnendo impianti eolici e solari quando la richiesta è troppo alta
Una super rete paneuropea potrebbe svolgere un ruolo importante per aiutare l'Unione europea a raggiungere l'ambiziosa quota del 45 per cento di energia rinnovabile entro il 2030. Lo si apprende da un nuovo rapporto pubblicato da Greenpeace.
Il rapporto, basato sull'analisi da Energynautics, prevede l’utilizzo di una super-rete continentale potenzialmente in grado di evitare agli Stati europei di sprecare miliardi di euro l'anno, maturati spegnendo impianti eolici e solari quando la richiesta è troppo alta. Utilizzando i dati dell'Agenzia internazionale per l'energia, il report ipotizza tre possibili scenari al 2030 che esaminano quanto i paesi potrebbero integrare i loro mercati nazionali dell'energia. Greenpeace ha riscontrato che l'energia rinnovabile potrebbe essere ampiamente installata ed economica se potesse essere scambiata liberamente tra gli Stati membri.
Tuttavia il mix che prevede l’uso di carbone e nucleare di alcuni Paesi (Francia, Polonia o Repubblica ceca) potrebbe costare a tutti 33 miliardi di euro rispetto alla possibilità di optare per una super-rete con rinnovabili che permette una maggiore flessibilità.
La Commissione europea ha proposto che l'UE punti a un 27 per cento di energie rinnovabili entro il 2030, ma il rapporto di Greenpeace stima che l’adozione della super-rete potrebbe consentire di raggiungere un 45 per cento senza costare molto di più. Il report ha rilevato infatti che gli elevati investimenti in cavi HVDC - in grado di accogliere più energia e di ridurre gli elettrodotti - sarebbe compensati dai risparmi offerti riducendo la necessità di staccare dalla rete gli impianti a vento o l'energia solare in presenza di picchi di alimentazione. Il rapporto calcola che si potrebbe arrivare a risparmiare 60 miliardi di euro, pari ai costi di installazione della rete.
Tuttavia, nello scenario definito di “conflitto”, dove un certo numero di paesi continua a contare su alti livelli di carbone ed energia nucleare, le energie rinnovabili “intermittenti” sarebbe spesso in contrasto con le altre fonti di energia e dovrebbe essere “ridimensionate” in modo da equilibrare la domanda in rete.
Il rapporto prevede che questo conflitto costerebbe € 4,9 miliardi all'anno a causa della necessità di limitare le fonti di energia rinnovabili, sulla base di un prezzo dell'elettricità di 60 € per MWh nel 2030.
Leggi il report qui: docs.google.com