Fitch, la nuova legge sugli incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche è “leggermente negativa”
Gli incentivi a favore dei progetti di rinnovabile non-solari è leggermente negativa per il profilo di credito del settore
La nuova legge italiana sugli incentivi a favore dei progetti di energia rinnovabile non-solare è leggermente negativa per il profilo di credito del settore. Questo il giudizio di Fitch. Il decreto legge n. 268, approvato dal Parlamento a novembre, introduce nuove condizioni per gli incentivi ai progetti rinnovabili e “dovrebbe avere un impatto complessivo modesto, ma le modifiche rappresentano comunque un intervento normativo retroattivo”. Le conseguenze - indica peraltro Fitch - non saranno comunque tanto rilevanti quanto le recenti modifiche retroattive alle tariffe di alimentazione per gli impianti fotovoltaici. Una differenza fondamentale rispetto agli incentivi per il solare è che la nuova normativa prevede, per gli operatori non-solari, l'opzione di continuare a ricevere gli attuali livelli di incentivi. Tuttavia, se un operatore fa quest'ultima scelta non potrà poi ricevere altri incentivi per 10 anni dopo il termine dell'attuale periodo di erogazione. L'alternativa consiste nell'ottenere un incentivo più basso, a seconda della tecnologia e del rimanente periodo di erogazione, ma garantirebbe una proroga di sette anni del periodo di incentivazione. Gli operatori del settore delle rinnovabili hanno tempo fino a metà febbraio per decidere.
Gli impianti solari - ricorda Fitch - devono scegliere se accettare una riduzione delle tariffe di alimentazione del 6-8% o accettare un maggiore taglio in cambio di un prolungamento del periodo di incentivazione. Secondo l'agenzia, entrambe le opzioni sono negative per il merito di credito degli impianti solari italiani in quanto risultano in un minore cash flow. Fitch dà atto che le misure introdotte quest'anno migliorano la sostenibilità del sistema di incentivi sul lungo termine, ma “resta il rischio di ulteriori interventi normativi nelle rinnovabili in Italia”. Il forte incremento della capacità di energie rinnovabili in Italia è avvenuto in contemporanea alla recessione e pesa sui consumatori, sui quali alla fine ricade il costo dei vari incentivi, ricorda l'agenzia. Le tariffe finali al consumatore in Italia sono “tra le più alte d'Europa” e la componente delle energie rinnovabili arriva fino al 20% della bolletta media. In questo contesto le modifiche agli incentivi per le rinnovabili introdotti quest'anno - conclude Fitch - rientrano nel piano del Governo di ridurre le tariffe elettriche per i consumatori del 10%.