Rinnovabili

Il deputato ricorda come in Italia, a differenza degli altri Paesi, sia il ministero della Cultura a dover validare la presentazione dell'istanza per la valutazione di impatto ambientale

"Gli iter autorizzativi per la realizzazione degli impianti rinnovabili sono ancora troppo lenti e mettono a rischio l'esecuzione delle opere e il raggiungimento degli obiettivi necessari alla transizione energetica, così come sono stati individuati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)". Così in una nota del deputato Enrico Cappelletti (nella foto), primo firmatario dell'interpellanza rivolta alla Presidente del Consiglio dei ministri.
 
L’iter farraginoso
"Il problema – spiega il deputato - è aggravato anche dalla verifica di interesse archeologico, per carità imprescindibile e necessaria, ma che attualmente, diversamente da quanto accade nel resto d'Europa, viene validata dal Ministero della Cultura prima della presentazione dell'istanza per la valutazione di impatto ambientale. La si potrebbe invece svolgere durante la realizzazione dell'opera, semplicemente applicando quanto richiesto agli Stati membri dal regolamento europeo per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, il quale prevede di dare priorità alla costruzione e all'esercizio degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché allo sviluppo della relativa infrastruttura. La prassi attuale allunga di molto i tempi di realizzazione delle opere, con conseguenze a cascata su caro bollette, investimenti green, sicurezza energetica ed occupazione. Teniamo presente che l’attuale prezzo dell’energia prodotta da rinnovabili è molto conveniente. Dal Governo ci piacerebbe sapere se intenda fare qualcosa per velocizzare gli iter autorizzativi".