Irex. A febbraio le rinnovabili resistono meglio al virus
L’indice ha un andamento più contenuto dovuto anche al trend economico-finanziario negativo, registrando un +1,6%
di Alessandro Marangoni*
L’allarme sanitario per il diffondersi del corona virus, scattato a febbraio anche in Italia, sta provocando pesanti conseguenze economiche a livello globale, sebbene ancora difficili da stimare compiutamente. Mentre i numeri delle persone colpite dal virus al di fuori della Cina erano ancora contenuti, l’OCSE, nell’aggiornamento del suo World Economic Outlook di marzo, indicava nella misura dello 0,5% la perdita di punti di crescita del PIL mondiale prevista per il 2020.
La Cina chiuderebbe l’anno in corso a +4,9%, valore più basso di 8 punti decimali rispetto alle previsioni di novembre, mentre per gli Stati Uniti la perdita sarebbe limitata a un punto decimale e a tre punti decimali per l’area Euro. Ma queste percentuali sono destinate ad essere ribassate, alla luce delle ultime novità sul contagio.
Per l’Italia, l’OCSE indica una perdita dello 0,4% su una prospettiva di crescita 2020 già molto bassa, portando il PIL alla stagnazione. Tuttavia, con le limitazioni imposte dal Governo nell’ultima decade di febbraio, si può già ipotizzare un forte rallentamento delle attività economiche, che dovrebbero presagire la recessione. Stupisce positivamente, tuttavia, la tenuta dei consumi elettrici nei primi 20 giorni dell’emergenza. Rispetto allo stesso periodo 2019, infatti, i volumi scambiati sul mercato elettrico spot (IPEX), buon indicatore coincidente per l’attività economica nazionale, mostrano un calo contenuto nella misura dell’1%.
Le Borse mondiali hanno reagito molto male alla notizia dell’espansione degli effetti del virus in Italia. Gli indici NASDAQ (Stati Uniti), FTSE 100 (Londra), Nikkei 225 (Tokyo) sono tutti crollati sotto i valori minimi dell’anno. Le Borse europee hanno subito perdite sostanziose. Le più pesanti per il Dax tedesco, arretrato dell’8,9%. A seguire il Cac francese, che ha chiuso febbraio in calo dell’8,5% e l’Ibex spagnolo con una variazione del -7,0%. Gli indici sono così tornati sulle posizioni di alcuni mesi addietro. Sotto questo profilo è l’Ibex il peggiore, tornato ai livelli di inizio 2019.
Piazza Affari accusa il colpo, ma, tutto sommato, ha resistito meglio. L’indice FTSE All share ha chiuso febbraio con un -6,3%. Peggio è andata per il comparto petrolifero italiano, visto che l’indice FTSE Oil&Gas ha ceduto, nel mese, il 10,0%. Le quotazioni del greggio, del resto, sono crollate. Il Brent è precipitato a 50,5 $/b, perdendo il 13,3% su gennaio, mentre il WTI ha arrestato la caduta a 45,1 $/b, con una variazione del -12,5%. Il contrasto tra i membri dell’OPEC ha portato a una condizione di surplus strutturale dell’offerta, che ha influito nel definire un quadro già pesantemente provato dalla riduzione della domanda, soprattutto quella cinese, di cui l’Arabia Saudita è uno dei principali fornitori.
L’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana, dopo aver registrato una forte crescita a gennaio (+19,3%), ha mostrato un andamento più contenuto dovuto anche al trend economico-finanziario negativo, registrando un +1,6% su fine febbraio. Tra i best performer spiccano Seri Industrial (+42,9%), che ha registrato un miglioramento dei dati finanziari, e Alerion (22,1%) che ha acquisito per 190 milioni tre parchi eolici con una potenza complessiva di 119,75 MW, raggiungendo una potenza installata lorda di 684 MW. Enertronica (+1,7%) ha sottoscritto due contratti di fornitura di inverter fotovoltaici per 360 MW da destinare ad impianti che saranno realizzati in Cile. È stata, però, condannata in primo grado dal Tribunale di Milano a pagare 1,5 milioni a Friem S.p.A. come risarcimento a titolo di mancato guadagno derivante dalla risoluzione di un contratto di fornitura risalente al 2016. Infine, Falck Renewables, che ha registrato un +1%, ha comunicato di aver messo in esercizio il parco eolico di Carrecastro (Spagna) da 10 MW per il quale è stato firmato un PPA con Holauz, fornitore di energia spagnolo.
Tra i titoli in perdita si segnala Agatos (-16,4%), Ecosuntek (-15,4%) e TerniEnergia (-1,3%). Quest’ultima ha comunicato di aver sottoscritto, in seguito a quanto comunicato a ottobre e dicembre, l’atto di fusione per incorporazione di Softeco Sismat S.r.l. in TerniEnergia S.p.A.. Inoltre, la digital company Softeco Sismat ha stipulato un contratto di collaborazione con Seaside, società del gruppo Italgas, per lo sviluppo di un sistema di efficientamento energetico ed automazione per un cementificio. Nel complesso, le società del listino italiano delle small-mid cap pure renewable pare aver resistito meglio del resto del mercato allo shock provocato dall’emergenza sanitaria. La domanda è se questa resilienza durerà o anche questo segmento finirà per essere risucchiato nella caduta generale del mercato mobiliare.