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IREX Index arresta la discesa a febbraio, in attesa di segnali incoraggianti

where Milano when Mer, 22/03/2023 who roberto

L’indice delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana risulta in timida ripresa, in crescita dello 0,7%

di Alessandro Marangoni*

Continua il miglioramento delle aspettativeirexindicifebbraio2023.png di crescita per l’economia mondiale rispetto alla fine dello scorso anno, ma le recenti turbolenze finanziarie, unite all’incognita del conflitto russo-ucraino, mantengono l’incertezza sui mercati.
Gli ultimi aggiornamenti macroeconomici, in attesa dei dati sul primo trimestre dell’anno, mostrano un miglioramento dell’inflazione per il 2023 sia negli Stati Uniti che in Europa. L’inflazione annua americana è stata stimata al 6% a febbraio contro il 6,4% di gennaio, il dato più basso da settembre 2021. Anche il dato mensile è in calo, +0,4% contro +0,5% del mese precedente (fonte: US Bureau of Labor Statistics). Più alta, ma sempre in calo, l’inflazione europea, con un indice stimato su base annua all’8,5% (-0,1 punti percentuali rispetto a gennaio). L’indice, tuttavia, beneficia della forte riduzione della componente energia, ora stimata ad un rialzo del 13,7% contro il +18,9% del mese precedente (fonte: Eurostat), mentre tutte le altre componenti risultano aumentate. L’inflazione core (depurata da energia e prodotti alimentari non lavorati), infatti, cresce ancora al 5,6%, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto.
La politica monetaria di Fed e BCE è attesa essere sempre restrittiva per continuare la lotta all’inflazione. Tuttavia, le ultime difficoltà del settore bancario (con il crack di alcune banche regionali americane e i timori per un rischio sistemico) hanno spinto alcuni analisti ad interrogarsi su possibili cambi di rotta. Se, da un lato, infatti, la BCE continuerà probabilmente la sua politica di rialzo dei tassi, almeno nel breve periodo, dall’altro la Fed potrebbe ridurre l’intensità, oppure addirittura pensare ad una variazione nulla (la prossima riunione della banca centrale è fissata per il 22 marzo).
La salita dei tassi e le incertezze legate al conflitto ucraino sono destinate a pesare sulla crescita globale che, secondo gli ultimi aggiornamenti, è attesa in calo rispetto alla crescita registrata nel 2022 (sebbene in miglioramento rispetto alle stime di fine anno). Il rallentamento è atteso soprattutto per le economie avanzate mentre meglio dovrebbero fare le economie emergenti trainate dalla ripresa cinese, benché gli ultimi dati pubblicati dal gigante asiatico siano di natura “mista”. Se, infatti, i dati delle vendite al dettaglio e dei finanziamenti alle imprese segnano un deciso aumento rispetto a gennaio, Pechino registra una crescita inferiore alle attese (2,4% contro 2,6%) per quanto riguarda la produzione industriale. In crescita anche la disoccupazione, al 5,6% (variazione congiunturale +0,1 punti base).
Per quanto riguarda l’Italia, l’inflazione a febbraio ha seguito il trend dell’eurozona ed in base alla stima preliminare dell’Istat ha continuato a rallentare (+9,2% contro il +10% di gennaio). L’Istituto rileva anche che il mese scorso l’indice di fiducia dei consumatori è tornato ad aumentare mentre quello delle imprese, dopo tre salite consecutive, è rimasto stabile (con un peggioramento, però, per quanto riguarda il comparto dei servizi di mercato e delle costruzioni). 
Le borse europee salgono a febbraio. A guidare la corsa è Madrid, dove l’indice Ibex ha fatto segnare un solido +4,0%. A seguire il FTSE All share di Milano, che chiude a +3,3%, il Cac di Parigi a +2,6% e il Dax di Francoforte a +1,6%. In arretramento l’indice energetico italiano, il FTSE Italia Energia, che perde il 3,9%. Il risultato è stato determinato anche dalla flessione dei corsi dei greggi. Nel mese il WTI ha ceduto il 2,8%, fermandosi a 76,8 $/b, mentre il Brent ha fatto segnare una variazione del -0,7%, andando a chiudere a 83,9 $/b. Il mercato europeo del gas naturale continua il trend in territorio negativo, finendo sotto i 50 €/MWh all’hub TTF (-13,0% sul mese precedente). La media mensile del PUN è scesa del 7,7%.
L’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana risulta, invece, in timida ripresa. Febbraio si è chiuso con una crescita dello 0,7%, grazie al brillante contributo di Comal (+26%). Di converso, Seri Industrial (-12,7%) ha fortemente limitato la variazione dell’indice. Altri spunti interessanti arrivano da Esi (+1,6%), inclusa tra le best performer del mese, e da Agatos (-9,8%) e Frendy Energy (-9,2%), da includere tra le worst performer.
Comal beneficia del contratto firmato in gennaio con un investor energy estero per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in provincia di Viterbo del valore di 53 milioni di euro e una potenza di 150 MW, che comprende la fornitura di un sistema di inseguimento realizzato dalla stessa Comal. Esi ha comunicato la nomina del nuovo Chief Operating Officer (COO) Daniel Cervini, con esperienza nel settore eolico. Seri Industrial sconta la congiuntura difficile del comparto batterie europeo. I sussidi statunitensi previsti dal recente Inflation Reduction Act (Ira) per chi produce direttamente sul suolo statunitense inizia ad attrarre le case automobilistiche oltre oceano, sicché questo promettente settore della manifattura rischia di subire ritardi e ridimensionamenti rispetto ai programmi. Agatos ha concluso un accordo con Mitsubishi Electric nell’ambito dell’attività dell’azienda sul biometano. Il partner fornirà soluzioni di controllo operativo per la gestione degli impianti di produzione dai rifiuti organici. A fine febbraio il CdA ha anche deliberato un’emissione di azioni ordinarie per massimi 2.052 milioni di euro.
Il quadro del settore rinnovabili italiano appare bloccato. Due sono i principali fattori che contribuiscono alla deludente performance. Da una parte, le incertezze legate a fenomeni globali, dalla guerra in Ucraina ai prezzi delle fonti di energia tradizionale e alle politiche industriali aggressive degli Stati Uniti. Dall’altra, l’attesa novità sul futuro funzionamento del mercato elettrico, oggetto di prossima riforma da parte delle istituzioni europee, e sulla risposta del Vecchio Continente all’Inflation Reduction Act per contrastare la fuga degli investitori nei settori della transizione ecologica.
 
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

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