Irex Index in calo a giugno, la strada per le rinnovabili in Italia è ancora lunga
Dopo il lieve recupero di maggio (+1,7%), a giugno l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana segna il passo e chiude a -3,2%
di Alessandro Marangoni*
Lo scenario economico mondiale inizia a mostrare qualche segnale di miglioramento ma i rischi di incertezza sulle prospettive economiche rendono le attese di ripresa fragili. La crescita globale è stimata al 2,7% nel 2023 ed al 2,9% nel 2024 (fonte OCSE). Se, da un lato, la nuova previsione evidenzia un miglioramento per entrambi gli anni rispetto alla precedente, dall’altro il dato risulta inferiore sia rispetto al 2022 (+3,3%) sia al tasso di crescita media registrato prima della pandemia (+3,4%). La crescita è inferiore al periodo pre-pandemico per tutte le principali aree economiche, con le sole eccezioni di Giappone e Brasile.
Cina e India mostrano la stima di crescita più elevata per l’anno in corso (rispettivamente, +5,4% e +6%). Il gigante cinese continua a beneficiare dell’abbandono delle restrizioni per la pandemia con conseguente ripresa delle attività economiche, mentre Nuova Dehli ha registrato una produzione agricola maggiore delle attese e ha sfruttato l’apporto di una generosa spesa pubblica. I segnali di ripresa sono, comunque, labili, con un’inflazione core che permane a livelli elevati e che non consente, al momento, l’abbandono delle politiche monetarie restrittive adottate nel 2022. Nell’area euro l’aumento dei prezzi escluse le componenti energia, alimenti, alcool e tabacco è stato del 5,4% a giugno 2023, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a maggio e di 1,7 punti rispetto a giugno 2022 (fonte Eurostat).
In questo contesto, la crescita del PIL italiano è attesa più contenuta nel secondo semestre dell’anno in corso rispetto al primo (fonte Banca d’Italia). Ciò si tradurrebbe in una crescita annuale dell’1,3% nel 2023, comunque migliore rispetto alle precedenti proiezioni. Palazzo Koch rivede però al ribasso le prospettive di crescita per il biennio 2024-2025 a seguito del deterioramento delle condizioni finanziarie. In ripresa gli indici di borsa in Europa con Milano risultata la più vivace, dal momento che il FTSE All-Share chiude in crescita del 7,7%. Brillante la Spagna, con l’Ibex che chiude giugno a +6,0% sul mese precedente. Il Cac francese e il Dax tedesco finiscono poco sotto, rispettivamente, +4,3% e +3,1%.
Cresce anche il FTSE Italia Energia, con un +5,4%, su cui hanno inciso i risultati sui mercati delle commodities. Le quotazioni petrolifere sono, infatti, in rialzo. Per il marker WTI la variazione mensile di giugno si ferma a +4,2% con 70,5 dollari al barile. Il Brent sale del 3,1%, con un barile scambiato a 74,9 dollari. Stesso discorso per il gas naturale (TTF), che risente delle interruzioni impreviste nelle forniture norvegesi e torna sopra i livelli di fine aprile a 39,5 €/MWh, con una variazione mensile del 53,2%. Il prezzo medio della Borsa elettrica italiana (PUN) si stabilizza sui 105,34 €/MWh dopo cinque mesi di discesa. La variazione su maggio 2023 è di -0,4%.
Il comparto italiano delle rinnovabili, invece, ripiega. Dopo il lieve recupero di maggio (+1,7%), a giugno l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana segna il passo e chiude a -3,2%. Il listino mostra una grande variabilità tra i titoli in crescita e quelli in calo. Tra i best performer si trova Renergetica, che chiude il primo semestre con un solido +22,9%. A seguire Seri Industrial con +14,6% e Innovatec con +10,8%. Tra i worst performer, invece, si trovano Algowatt, che chiude a -12,2%, EEMS con -7,0% e Agatos con -5,3%. Per Renergetica l’approvazione del bilancio consolidato 2022, che registra la vendita di tutti i progetti in community solar Nord America, è stata accolta in modo positivo dal mercato. Il management è fiducioso circa la possibile accelerazione dei procedimenti da parte delle amministrazioni nazionali e sulla ricerca di partner strategici con cui concludere accordi di medio e lungo termine. L’assemblea di giugno ha anche disposto l’autorizzazione ad acquistare azioni proprie sino a un massimo del 3% del capitale sociale.
Seri Industrial ha comunicato la sottoscrizione dell’accordo di sviluppo da parte del MIMIT e Invitalia per la realizzazione del progetto industriale proposto da Packaging to Polymers Srl, società compartecipata dalla controllata Seri Plast SpA e da Unilever Ventures Holdings. Si prevedono investimenti per 109 milioni di euro, agevolati con risorse del MIMIT per circa euro 82 milioni (di cui 30 di contributo a fondo perduto e 52 di finanziamento agevolato). Un’ulteriore novità è la nomina, da parte della controllata FIB SpA, del nuovo Chief Technology Officer Dominique Ligeois, che diventa il responsabile del progetto di Teverola 2, dove l’azienda intende realizzare una Gigafactory da 8 GWh. Innovatec ha avviato la partnership strategica con BF SpA per lo sviluppo e l’offerta di soluzioni integrate per sistemi di efficientamento energetico per il mercato dell’agritech, puntando sull’innovazione energetica in agricoltura e la R&S.
Il CdA di Algowatt ha individuato il percorso di risanamento, non giudiziale e in continuità aziendale, attraverso il ricorso allo strumento della composizione negoziata della crisi d'impresa di gruppo (CNC). Approvato anche il nuovo Piano industriale, che prevede una crescita del valore della produzione 2023-2025 del 51%, realizzabile grazie alle attività della Greentech Industry e della Digital Energy & Environment, dall’incremento dell’RD&I e dai proventi delle alienazioni di asset, piattaforme e contratti non strategici.
In continuità con i precedenti mesi, EEMS ha emesso nuove azioni ordinarie e obbligazioni a favore di Negma. A giugno varia il capitale sociale, che passa da 2,014 milioni di euro a 2,065 milioni. Approvato il piano industriale 2023-2027, che prevede l’avvio del business della produzione di energia elettrica, in particolare fotovoltaica, per cui la società diverrà Independent Power Producer. L’azienda ha, inoltre, perfezionato l’acquisizione di due società titolari di progetto per altrettanti impianti fotovoltaici dislocati in Italia per un totale di 2,2 MW. Agatos ha comunicato di aver variato il capitale sociale per 100.000 euro, portandolo a 27,13 milioni. In giugno è stato anche approvato il bilancio consolidato 2022, che evidenzia una perdita di gruppo per 3,69 milioni.
Il settore rinnovabili italiano sconta una realtà più difficile di quanto si potesse attendere dall’attuale fase congiunturale e dai numeri di installato in crescita. Giocano un ruolo importante il calo dei prezzi dei beni energetici e le misure governative contro il caro energia, che hanno pesato sui bilanci, nonché l’aumento dei tassi di interesse e dei costi delle tecnologie. Un nodo da sciogliere rimane, poi, il permitting e le relative tempistiche. Gli operatori segnalano criticità sotto il profilo normativo e regolatorio, troppo spesso ostaggio di ritardi, di cui sono responsabili amministrazioni centrali e locali.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex