L’Irex Index mette le ali a novembre (+16,8%)
L’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha registrato una decisa crescita il mese scorso
di Alessandro Marangoni*
Il quadro macroeconomico continua ad essere preoccupante, come confermato dall’ultimo Economic Outlook dell’OCSE di novembre. La crescita mondiale in rallentamento al +2,9% nel 2019 è il dato più basso dalla crisi finanziaria a oggi. Tutte le economie mondiali sono state colpite dal taglio delle prospettive di crescita, che si riflettono anche sul 2020 e 2021, quando la variazione del PIL mondo potrebbe stabilizzarsi attorno al 3%. Il commercio internazionale potrebbe riprendersi, ma solo gradualmente, a causa delle ben note tensioni provocate dalla politica protezionista messa in atto dagli Stati Uniti. Rimangono in piedi tutte le fonti di incertezza che potrebbero avere impatti negativi sulla congiuntura. La guerra dei dazi, da una parte, ma anche la Brexit e gli esiti dello stimolo pub-blico all’economia cinese, dall’altro. Fanno da sfondo le debolezze sul fronte finanziario, legate al mix di crescita lenta, alto debito societario e qualità creditizia in peggioramento.
L’Area Euro appare la regione più in difficoltà. Le prospettive per il 2019 sono di un PIL a +1,2% e +1,1% il prossimo anno. Domanda estera debole e incertezze politiche sarebbero alla base dell’arretramento atteso, su cui peserebbe una domanda interna limitata dal risparmio privato. Allo stesso tempo, il PIL giapponese è atteso rallentare ancora di più, passando dal +1% previsto per l’anno in corso a +0,6% nel 2020. In questo caso è l’incremento della pressione fiscale sui consumi a condizionare la crescita, nonostante si attendano nuove misure di aggiustamento e i giochi olimpici di Tokyo in estate.
Per l’Italia, data a +0,2% nel 2019, si prospetta un altro anno di bassa crescita (+0,4% il 2020). Consumi delle famiglie non brillanti, esportazioni nette al palo e pesante rallentamento degli investimenti sarebbero i fattori determinanti.
Dopo i successi delle Borse di ottobre, anche in novembre i principali listini sono apparsi in crescita, nonostante le tensioni dell’ultimo scorcio di mese dovute allo scontro Stati Uniti-Cina su Hong Kong. L’indice francese Cac ha chiuso con un +3,1%, seguito dal Dax tedesco a +2,6% e l’Ibex spagnolo a +0,8%.
Risultato positivo per Piazza Affari, che ha visto l’indice FTSE All share chiudere novembre a +2,2%. Variazione negativa, invece, per il FTSE Oil&Gas, indice dell’andamento del comparto energetico tradizionale, che ha perso lo 0,6%, nonostante le quotazioni petrolifere siano tor-nate a salire. Il WTI ha chiuso a 55,6 $/b (+2,6% su ottobre). Il Brent si è attestato a fine mese sui 62,4 $/b (+3,7%). Attorno a metà mese è circolata la notizia ufficiale della valutazione di Saudi Aramco prima della quotazione in borsa. Il colosso di Dhahran vale 1.700 miliardi di dollari. Sul mercato è stato collocato l’1,5% del capitale, per un valore di 24-25,6 miliardi.
L’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha registrato una decisa crescita, chiudendo a +16,8%, grazie alla performance fortemente positiva di Innovatec (+185%). L’azienda e Plastica Alfa, società italiana attiva nel mercato mondiale del trattamento e della distribuzione dell’acqua, hanno siglato un accordo esclusivo per sviluppare progetti nell’ambito della sostenibilità ambientale ed economia circolare. In particolare, l’obiettivo è di utilizzare la CO2 emessa dagli impianti di cogenerazione realizzati da Innovatec negli impianti di conversione biochimica della CO2 di Plastica Alfa. Tramite questo processo vengono create microalghe da usare come base per numerosi prodotti.
Falck Renewables ha comunicato l’approvazione del Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2019 e, come l’anno precedente, ha segnato un incremento dei ricavi e dei principali indicatori finanziari. Iniziative Bresciane, a fronte di una ripresa ad ottobre della produzione idroelettrica (+3,9%) rispetto all’anno precedente, ha segnato un +9%.
Alerion ha pubblicato l’andamento gestionale dei primi nove mesi del 2019, in cui i nuovi in-vestimenti hanno fatto crescere l’indebitamento, ma hanno aumentato la potenza installata del 68% rispetto all’anno precedente, arrivando a 514 MW, salita poi a 564 MW con un’ultima acquisizione a novembre. La produzione di energia del terzo trimestre 2019 è aumentata del 130% rispetto a quello precedente.
TerniEnergia (+2,6) ha comunicato il closing della cessione di 5 impianti fotovoltaici in Italia per una capacità totale di 4,8 MW. L’operazione è parte di un accordo più ampio che prevede la cessione di 22 impianti da concludersi entro metà dicembre.
Gli altri titoli dell’indice hanno invece chiuso in flessione. La worst performer del mese è stata Seri Industrial (-9%). Nonostante l’andamento negativo del titolo, la società ha reso noto l’incremento del 14% dei ricavi rispetto al 2018 e la partecipazione ad un progetto per la realizzazione di una gigafactory nel casertano.
Agatos (-7,4%) ha comunicato l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi fissati nel piano in-dustriale 2019-2022 a causa di ritardi nei closing di alcuni progetti di diverse aree di busi-ness, che hanno portato ad una sensibile riduzione del valore della produzione previsto.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex