Irex Index, oltre alla congiuntura le rinnovabili in ottobre hanno sofferto anche i ritardi della politica
In deciso calo il comparto italiano delle rinnovabili: l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana crolla del 14% su base mensile
di Alessandro Marangoni*
Milano
Le previsioni sulla crescita mondiale continuano a essere sempre meno ottimistiche. Il 2023 vedrà un +3% del PIL globale, contro il +3,5% nel 2022, mentre il 2024 un +2,4% (OECD), rispetto al +2,9% precedentemente stimato (FMI).
Pesa una politica monetaria restrittiva e una crescita cinese meno robusta del previsto, 5,1% quest’anno e 4,6% nel prossimo. Sebbene l'inflazione sia in calo, quella core rimane persistente. Tutte le economie avanzate mostrano un 2024 meno positivo rispetto all’anno che sta per concludersi. Spiccano gli Stati Uniti: +1,3% nel 2014, 0,9 punti percentuali in meno rispetto all’anno in corso (OECD).
Anche le stime di crescita per l’area euro sono state riviste al ribasso di 0,2 punti nel 2023, di 0,5 punti nel 2024 e di 0,1 punti nel 2025 (ECB). Attualmente si prevede +0,7% nel 2023, per poi risalire all'1% nel 2024 e all'1,5% nel 2025.
Le cause sono le stesse evidenziate a livello globale: aumento dell’inflazione, situazione internazionale in continua tensione a causa dei conflitti e politica monetaria prudente. Tali elementi si sostanziano in un calo della domanda interna dei vari Paesi e un rallentamento dell’attività industriale.
L’Italia si stima cresca tra lo 0,7% e lo 0,8% quest’anno (FMI, OECD e Istat). Gli ultimi dati sul terzo trimestre 2023 sul PIL sono stazionari sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022 (Istat). Sul dato, particolarmente negativo dopo diversi trimestri di aumento, influisce l’andamento della domanda interna, solo parzialmente compensato da quello più positivo dell’estera. Non aiuta l’inflazione, che torna ad aumentare dopo i cali dei mesi precedenti (+5,7% sui dodici mesi, Banca d’Italia), mentre sale il costo del credito e continua a essere sotto osservazione il deficit. Le stime annuali sull’aumento dei prezzi sono comunque molto più contenute rispetto quelle del 2022.
Continua per il terzo mese consecutivo il ribasso dei principali indici di Borsa europei. Madrid è stata la peggiore (-4,4%), seguita dal Dax (-3,7%) e dal Cac (-3,5%). Il FTSE All-Share, dopo il -2,5% di settembre, cala dell’1,9% a ottobre.
Il FTSE Italia Energia sale lievemente: +0,1% contro il +2,9% di settembre e il +6,7% da giugno ad agosto. Forte calo per il Brent, -8,3% dopo essere salito a settembre del 9,8%, e per il marker WTI, -10,3% contro +8,8% nel mese precedente.
Continua invece a salire il prezzo medio alla Borsa elettrica italiana, con il PUN che è aumentato del 16% dopo il +3,4% di settembre, arrivando a quota 134,26 €/MWh. Balzo ancora più marcato del gas (TTF): +20,9%.
In deciso calo il comparto italiano delle rinnovabili: l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana crolla del 14% su base mensile. Le società mostrano andamenti differenziati, dopo il calo generalizzato registrato a settembre, ma la maggior parte rimane in sofferenza. Best performer sono Renergetica (+1,5%), Comal (+1,2%) e Iniziative bresciane (+0,7%), tra i worst performer si trovano EEMS (-44,8%), Esi (-30,9%) e Seri Industrial (-23,1%).
Ottobre ha visto le prime azioni della nuova proprietà di Renergetica. CVA EOS ha, infatti, perfezionato l’acquisto per il 60% del capitale sociale da Exacto, un’OPA non finalizzata al delisting. Il mercato pare aver apprezzato il nuovo corso e valutato positivamente le previsioni su margini e fatturato nei prossimi anni.
Comal viene premiata per gli ottimi risultati del primo semestre 2023 (EBITDA pari a 4,2 milioni, in aumento del 94% rispetto ai 2,2 milioni dell'anno prima) e mostra prospettive positive. Inoltre, in estate l’azienda aveva comunicato di aver sottoscritto un accordo per una riorganizzazione azionaria tra i soci di riferimento dell'azienda, finalizzato a un graduale passaggio generazionale e al consolidamento manageriale della società.
Esi paga la pubblicazione dei risultati finanziari del 1° semestre del 2023, chiuso con un valore della produzione di 9,9 milioni di euro, -33,1% rispetto al dato dello stesso periodo 2022, e un EBITDA negativo per 1 milione di euro, rispetto agli 0,8 milioni contabilizzati nel 1° semestre 2022.
Continua il calo di EEMS. In giugno aveva emesso nuove azioni ordinarie e obbligazioni a favore di Negma ma le risorse in arrivo non paiono sufficienti a soddisfare il fabbisogno finanziario della società e il titolo è considerato altamente rischioso da molti analisti.
L'attuale contesto economico-finanziario ed energetico non sostiene il settore rinnovabili italiano. Nonostante prezzi dell’energia ancora molto alti rispetto al passato, l’andamento degli investimenti nelle tecnologie pulite denota ancora un ritardo rispetto alla tabella di marcia per cogliere gli obiettivi 2030. Il permitting rimane ancora un freno, visto l’elevato rapporto tra autorizzazioni richieste ed effettivamente rilasciate. A ciò si aggiungono la crisi che sta vivendo il comparto eolico a livello europeo a causa dell’aumento dei costi della tecnologia e un generale quadro di incertezza normativo-regolatoria. Perché il settore possa esprimere il suo potenziale in Italia serve il completamento del quadro normativo atteso da tempo: il Decreto FerX, quello relativo alle CER e il meccanismo di sostegno agli stoccaggi. Da ultimo, occorre dirimere le questioni circa il conflitto tra territorio e rinnovabili, con il Decreto sulle aree idonee e il burden sharing tuttora irrisolti.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex