Irex index in profondo rosso a giugno tra politiche incerte e sconcerto del settore
L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, ha segnato un crollo del 10,3%
di Alessandro Marangoni*
L’indice Irex a giugno tocca il minimo degli ultimi tre anni, fotografando la grande difficoltà del comparto delle rinnovabili italiane tra contesto regolatorio incerto e scelte politiche avverse. L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, ha chiuso lo scorso mese a 19.425, segnando un crollo del 10,3%, valore più basso da fine agosto 2021. L’indice era stato in territorio positivo a maggio per la prima volta dall’inizio dell’anno, facendo sperare in un inizio di ripresa ma i guadagni sono stati ampiamente superati dal tonfo dello scorso mese, che certifica come il settore rinnovabili in Italia non riesca a vedere la fine del momento di crisi.
Il quadro istituzionale non sembra essere dei migliori per il comparto che, oltre all’attesa per l’attuazione di alcuni provvedimenti (FerX, MACSE e altri), si trova ad affrontare delle decisioni che potrebbero limitarne lo sviluppo. Il decreto Aree Idonee (già firmato dai ministeri competenti) e il DL Agricoltura (appena convertito in legge) rischiano di porre delle serie limitazioni alla realizzazione di impianti rinnovabili (soprattutto fotovoltaici). La Regione Sardegna, inoltre, ha approvato una moratoria che ha sospeso i processi di autorizzazione e fermato la costruzione di impianti già avviati, creando un precedente che potrebbe essere seguito anche da altre regioni. La Sardegna è stata una dei destinatari principali degli investimenti nel 2023 con oltre 7,5 GW di potenza installabile, secondo l’Irex Annual Report. Tutto questo ha scatenato le forti proteste di diversi operatori di settore, che hanno sollevato dubbi di legittimità su questi provvedimenti minacciando ricorsi e rendendo ancora più incerto il contesto per gli investitori. In aggiunta, è stata pubblicata la nuova versione di aggiornamento del Pniec (già inviata a Bruxelles), in cui per la prima volta si apre alla generazione elettrica da nucleare. Pur ribadendo, infatti, i target rinnovabili al 2030, il Piano fissa per l’energia da atomo un target tendenziale dell’11-22% del generation mix al 2050 che, se confermato, avrà sicuramente un impatto sulle altre tecnologie.
In questo contesto, l’unica società dell’indice a registrare una performance positiva è stata Comal, che ha guadagnato l’11,9%. Il mercato ha dato fiducia all’azienda a seguito del rafforzamento del capitale da parte di un investitore privato che in pochi giorni ha portato la sua quota ad oltre il 10%, ritenendo che la società fosse, come molte altre small & mid cap, sottovalutata. Comal nello stesso mese ha anche annunciato due commesse per fornire i propri tracker fotovoltaici, per un controvalore complessivo di 2,5 milioni di euro.
Frendy Energy (-2%) ed Iniziative Bresciane (-2,8%) sono quelle che hanno registrato le perdite più contenute, imputabili principalmente alla tendenza negativa di mercato, piuttosto che a delle peculiarità proprie dei due titoli, mentre quelle più rilevanti le hanno subite EEMS (-17,9%), Alerion (-11,1%) ed Ecosuntek (-10%).
La volatilità continua a caratterizzare il titolo di EEMS che, dopo i grandi guadagni di maggio (+70,4%), chiude giugno con una quotazione di € 0,28 (-€ 0,06 rispetto a fine maggio). La società prosegue nel processo di ristrutturazione finanziaria iniziato nel 2022 e nel ricambio dei vertici, mutando anche l’azionista indiretto di controllo. Mese di calo anche per Alerion, nonostante il progresso nella realizzazione di un parco eolico in provincia di Viterbo e l’autorizzazione di un altro parco eolico di 114 MW in Romania. Il mercato non ha premiato nemmeno Ecosuntek, che a giugno ha annunciato l’incorporazione tramite fusione della controllata Indipendent Eco System.
La performance dell’Irex si inserisce, comunque, in un contesto negativo anche per le principali borse europee, benché per queste ultime le perdite siano state più contenute. La peggiore è stata Parigi, con il Cac che ha perso il 6,4%, seguita da Milano (-3,7%), Madrid (-3,3%) e Berlino (-1,4%). Negativo anche il FTSE Italia Energia, indicatore del settore energetico italiano, che, però, rispetto al FTSE All Share contiene le proprie perdite a -1,2%.
In controtendenza il mercato petrolifero, con il Brent che sale del 5,8% a $ 86,4 al barile ed il WTI che si attesta su un rendimento simile (+5,6%, $ 81,5). Positivo anche il PUN, che chiude giugno a 103,17 €/MWh (+8,7%), il valore più alto da dicembre 2023. Il prezzo elettrico ha ignorato il calo del gas, con il TTF olandese che è sceso del 3% a 33,88 €/MWh poiché la maggior domanda elettrica tendenziale è stata coperta con un aumento della produzione rinnovabile (soprattutto fotovoltaico ed idroelettrico) a discapito di quella termica, che è scesa del 17% anno su anno (fonte: Terna).
La congiuntura economica mondiale si mantiene stabile, sebbene le tensioni geopolitiche mantengano alto il livello di incertezza. La crescita globale nel 2024 è attesa al 2,6%, stabile rispetto al 2023 e in miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto alle precedenti stime di gennaio (fonte: Banca Mondiale). Le economie avanzate (Stati Uniti, Giappone ed Eurozona) mostrano segnali di miglioramento sia per il 2024 che per il 2025 (+1,7% e +1,8% rispettivamente) superiori a quelli delle economie emergenti, anche se queste ultime sono comunque attese ad una crescita media del 4% annuo. L’inflazione continua a scendere ma lentamente, rendendo le banche centrali caute nell’allentare la propria politica monetaria restrittiva. L’ultimo dato sul rialzo dei prezzi negli Stati Uniti vede una discesa dello 0,1% mese su mese con un indice tendenziale del +3%, in miglioramento rispetto a un consensus del 3,1% ed al +3,3% delle precedenti stime. Questo potrebbe convincere la banca americana a tagliare i tassi anche se più probabilmente ciò avverrà verso la fine dell’anno. In Italia, l’economia resta su un sentiero di crescita moderata ma a giugno cala la fiducia delle imprese per il terzo mese consecutivo e si deteriorano i giudizi sugli ordini in quasi tutti i comparti di mercato (fonte: Istat).
La ripresa delle rinnovabili registrata a maggio è stata, dunque, solo un fuoco di paglia. La risalita, quella vera, sembra ancora lontana.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex