Irex index in recupero a novembre, ma il quadro per l’energia resta incerto
L’andamento dei principali listini di Borsa Italiana. Così l'Irex Index ha chiuso il mese con un rialzo del 15,6% a 20.967 punti
di Alessandro Marangoni*
L’indice Irex recupera terreno a novembre registrando forti guadagni, ma il contesto resta poco favorevole alle rinnovabili, frenando gli investimenti futuri. L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, ha chiuso il mese con un rialzo del 15,6% a 20.967 punti. Questo è il valore più alto registrato dal 12 giugno anche se inferiore di circa il 30% rispetto a inizio anno. L’indice, oltre a novembre, è stato in territorio positivo solo a maggio e agosto, riflettendo tutta l’incertezza derivante da un clima politico-istituzionale che non sembra particolarmente favorevole per il settore. In questo quadro, le migliori performance le hanno registrate Alerion (+17,8%), Frendy Energy (+6,1%) e Innovatec (+2,5%) mentre sensibili perdite ha registrato Esi (-12,6%), seguita da Ecosuntek (-3,5%) e Comal (-2,3%).
Il mercato ha premiato Alerion che ha annunciato la costituzione di una joint venture paritaria con Alperia per lo sviluppo di circa 120 MW di eolico, oltre al grande successo di un collocamento obbligazionario da 250 milioni di euro (200 + 50 di opzione incrementale) chiuso anticipatamente per eccesso di domanda. Scambi positivi anche per Frendy Energy che continua il suo percorso rialzista e Innovatec che a novembre ha presentato la guidance per il 2024, prospettando una chiusura di esercizio positiva ed in miglioramento rispetto allo scorso anno.
Continua invece il momento negativo di Esi, nonostante l’annuncio di un contratto per il ripristino di un impianto fotovoltaico in Piemonte del valore di circa 1,2 milioni di euro. Il mercato ha penalizzato anche Ecosuntek dopo i guadagni di ottobre. L’azienda umbra negli ultimi mesi ha avuto un andamento altalenante e non è ancora riuscita a tornare sui valori di maggio, prima dell’avvio del procedimento dell’Antitrust per violazione dell’obbligo di comunicazione preventiva in merito all’acquisizione di +Energia. Novembre negativo anche per Comal, per la quale il mercato ha ignorato l’annuncio di una fornitura di tracker per un impianto fotovoltaico da 3,5 MW in Lazio.
Questi andamenti si inquadrano in un contesto negativo delle principali Borse europee, con Milano che è risultata la peggiore chiudendo il mese con un calo del 2,2%. Male anche il Cac francese (-1,6%) e l’Ibex (-0,3%), mentre in controtendenza è stata Francoforte che ha registrato guadagni del 2,9%.
Il FTSE Italia Energia è cresciuto di un timido 0,6%, condizionato dall’andamento ambivalente dei mercati energetici. Negativi gli indici petroliferi, con il Brent in calo dello 0,3% a $ 72,9 ed il WTI (-3,4%). L’indice del petrolio americano ha annullato i guadagni registrati a ottobre ed ha chiuso il mese a $ 68,2, il valore più basso dallo scorso maggio. Forti guadagni invece sui mercati del gas e dell’elettricità sull’onda dell’incertezza derivante dei conflitti in corso. Il TTF olandese ha chiuso il mese a € 46,46/MWh (+14,2%) mentre il PUN ha guadagnato il 12,2% attestandosi a 130,89 €/MWh.
La congiuntura economica continua a segnare una crescita moderata e stabile. La crescita mondiale è stimata al 3,2% nel 2024 e al 3,3% nel 2025. Differenti livelli di crescita nelle varie parti del mondo resteranno almeno nel medio termine anche se si dovrebbe andare verso una maggiore convergenza dovuta al rallentamento di alcune aree (come Usa o Brasile) e all’accelerazione di altre come, ad esempio, l’Unione Europea. Vi sono però rischi recessivi dovuti all’instabilità internazionale. Oltre alle tensioni geopolitiche causate dai vari conflitti, infatti, preoccupa l’inasprimento delle misure protezionistiche nel commercio e l’aumento della vulnerabilità finanziaria dovuta anche alla crescita dei mezzi di finanziamento non regolamentati (fonte: Ocse).
Guardando in particolare all’Eurozona, la crescita dovrebbe aumentare gradualmente passando dallo 0,8% di quest’anno all’1,5% del 2026 sull’onda dell’allentamento delle politiche fiscali e monetarie (la BCE ha ulteriormente tagliato i tassi al 3%) ma i rischi di un ritorno dell’inflazione rimangono elevati, soprattutto nel settore dei servizi. Anche per l’Italia la crescita è attesa moderata (+1,2% nel 2026) ma la politica fiscale è prevista un po’ più restrittiva nei prossimi anni per poter centrare gli obiettivi di bilancio (fonte: Ocse).
Il recupero dell’indice Irex non deve comunque illudere il settore delle rinnovabili italiane, che rimane in sofferenza per via delle complessità del sistema e di un quadro regolatorio ancora incerto. Provvedimenti importanti come Fer X o Macse sono ancora ai blocchi di partenza, con l’avvio delle prime aste di quest’ultimo non prima di giugno 2025. Sono state invece pubblicate le regole operative del Fer2 per lo sviluppo delle rinnovabili innovative ed è stato convertito in legge il DL Ambiente. Ma il primo decreto è già stato contestato da associazioni di settore per via di un prezzo ritenuto insufficiente mentre il secondo non ha risolto i dubbi degli operatori su alcuni suoi aspetti controversi che potrebbero ostacolare l’effettiva realizzazione di nuovi impianti.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex