Irex. Politiche per le rinnovabili in affanno, cala a settembre la fiducia degli investitori
Dopo i timidi segnali di ripresa estivi (+0,8%) l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana cala a settembre del 6,7%
di Alessandro Marangoni*
La crescita globale si conferma debole, rallentata da un’inflazione che, seppur in discesa, rimarrà sopra i target anche per i prossimi anni. L’economia mondiale rallenterà dal 3,5% nel 2022 al 3,0% nel 2023, ben al di sotto della media storica (2000-19) del 3,8%. La crescita è prevista ridursi ulteriormente al 2,9% nel 2024, in peggioramento di 0,1 punti percentuali rispetto all’ultima previsione di luglio (fonte FMI).
Le economie avanzate rallenteranno dal 2,6% nel 2022, all'1,5% nel 2023 e all'1,4% nel 2024. Meno marcato è previsto il calo dei tassi di crescita per i Paesi emergenti che passano dal 4,1% nel 2022 al 4,0% sia nel 2023 che nel 2024. Crolla invece l’area Euro, con una crescita inferiore alle attese di 0,7% nel 2023 rispetto al precedente 3,3% e di 1,2% nel 2024. Meglio gli Stati Uniti che beneficiano di un momentum superiore alle attese e prevedono di mantenere nell’anno in corso gli stessi livelli del 2022 (2,1%) e 1,5% per il 2024. Tra le economie emergenti guidano l’India (6,1% per 2023 e 2024) e la Cina, che crescerà del 5% quest’anno e del 4,2% nel prossimo. La prospettiva di crescita di medio termine di Pechino è però al minimo storico, indebolendo gli scenari economici futuri.
L'inflazione globale continua il suo trend discendente, passando dall'8,7% nel 2022 al 6,9% nel 2023 e al 5,8% nel 2024. Le aspettative, tuttavia, sono state riviste al rialzo rispetto alle precedenti stime ed almeno fino al 2025 la crescita dei prezzi non è prevista tornare nei target. L’Italia è stimata crescere dello 0,7% quest’anno e l’anno prossimo, la peggiore dopo Regno Unito e Germania tra i Paesi sviluppati (fonte FMI). L’indice NIC sui prezzi al consumo cala leggermente a settembre ma rimane alto su base annua al 5,3%. I prezzi dei beni energetici restano inferiori all’anno scorso ma sono in salita negli ultimi due mesi mentre permangono anche gli effetti indiretti sui listini dei servizi e degli altri beni, soprattutto alimentari.
Il ribasso dei principali indici di Borsa europei continua. Francoforte è stata la peggiore chiudendo a -3,5%, seguita dal Cac (-2,5%) e dall’Ibex (-0,8%). Il FTSE All-Share, dopo la crescita dell’1,9% tra luglio e agosto, cala del 2,5%.
Il FTSE Italia Energia continua a salire, anche se meno rapidamente dei mesi scorsi. Dopo il balzo a quota 17.241,9 e un rialzo del 6,7% da giugno ad agosto, a settembre l’indice è cresciuto del 2,9%. Notevoli le quotazioni petrolifere. Il Brent è salito a settembre del 9,8% arrivando a 95,3 dollari al barile, mentre il marker WTI ha registrato una crescita dell’8,8%. Entrambi gli indici sono ai loro massimi da ottobre 2022.
In salita il prezzo medio alla Borsa elettrica italiana, con il PUN che è aumentato del 3,4% a settembre, arrivando a quota 115,70 €/MWh. Della stessa percentuale cresce il gas (TTF), anche per effetto di minori forniture dalla Norvegia dovute a manutenzioni straordinarie.
Il comparto italiano delle rinnovabili, tuttavia, registra una decisa controtendenza. Dopo i timidi segnali di ripresa estivi (+0,8%) l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana cala a settembre del 6,7%. In calo tutte le società salvo Ecosuntek (+14,4%) e Frendy Energy (+3,6%). Tra i worst performer si trovano Agatos, che chiude a -39,3%, EEMS con -34,9% e Seri Industrial con -22,2%.
Il mercato, dopo le buone performance del listino tra luglio e agosto, continua a premiare Ecosuntek per i buoni risultati del 2022 pubblicati a giugno. Positivamente è stata valutata anche la firma di due accordi preliminari da parte della sua controllata Eco Trade per l’acquisizione di una partecipazione del 45% in +Energia S.p.A. Il deal prevede un prezzo complessivo di 21,3 milioni di euro da versare a fine di ottobre e rafforza la presenza del gruppo nel comparto della vendita.
I risultati del primo semestre 2023 premiano Frendy Energy grazie a maggiori ricavi di vendita per 759 mila euro rispetto ai 543 mila dello stesso periodo dell’anno scorso. L’estrema siccità registrata nel 2022 ha condizionato la performance dei primi mesi dell’anno, più che compensata però dalla maggiore disponibilità idrica dei mesi di maggio e giugno.
Su Agatos pesa, invece, la notifica da parte di Sorgenia di un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Milano dell'importo di 3.050.000 euro per via di un debito venutosi a creare da una transazione relativa al progetto di biometano di Marcallo. Nonostante l’azienda abbia evidenziato come l'esistenza di tale debito sia adeguatamente riflessa nei bilanci della società, il titolo è stato comunque oggetto di sospensione delle negoziazioni anche a causa della delibera del CdA del 28 settembre 2023 di posticipare l'approvazione della semestrale oltre il 30 settembre 2023.
Continua il calo di EEMS. A giugno aveva emesso nuove azioni ordinarie e obbligazioni a favore di Negma ma le risorse in arrivo non appaiono sufficienti a soddisfare il fabbisogno finanziario della società ed il titolo, secondo alcune analisi, è considerato molto rischioso.
Non accennano a diminuire quindi le difficoltà per il settore delle rinnovabili in Italia. A pesare sul comparto, oltre alle note criticità della filiera e dei processi autorizzativi, vi sono anche le recenti bozze sul decreto Aree Idonee che, allo stato attuale, frenano fortemente le possibilità di sviluppo delle rinnovabili, prevedendo limiti eccessivi nell’uso dei terreni per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.
Nel complesso, i tempi finora lunghi di alcune misure (come Fer2, CER, FerX) oltre che la palese inadeguatezza di altre (aree idonee) stanno generando sfiducia nel mercato circa la possibilità di realizzare nei tempi e nelle dimensioni previsti gli obiettivi indicati dal PNIEC.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex