L’IREX in ribasso a maggio a causa dello stallo politico nazionale
La crisi politica italiana ha trascinato al ribasso anche gli indici settoriali nazionali, che nella prima metà del mese si erano mantenuti positivi
di Alessandro Marangoni*
Maggio ha visto proseguire i medesimi focolai di instabilità geopolitica dei mesi precedenti, che hanno spinto al ribasso le aspettative nonostante le buone performance dell’economia statunitense e l’apprezzamento del dollaro rispetto alle principali valute mondiali. A tenere banco sono stati soprattutto i timori di guerre commerciali dovute ai dazi USA sulle importazioni di acciaio e alluminio da Messico, Canada ed Europa, entrati in vigore a inizio giugno, le possibili sanzioni su Venezuela ed Iran e le rinnovate tensioni con la Corea del Nord.
Il prezzo del petrolio, dopo la crescita manifestata per quasi tutto il mese, ha risentito del paventato aumento di produzione di Russia ed Arabia Saudita, mostrando repentini cali. In particolare il Brent, dopo aver sfiorato gli 80 $/barile, ha subito un forte ribasso, solo parzialmente attenuatosi negli ultimi giorni del mese, terminando a quota 77,60 $/barile, valore comunque superiore del 4% a quello di inizio maggio. Il WTI è invece sceso a 66,96 $/barile, in calo del 2,2% rispetto ad inizio mese.
Alle tensioni mondiali in Europa si sono aggiunte quelle politiche interne ai singoli Paesi. La crisi italiana, causata dallo stallo politico post-elezioni, ha provocato forti tensioni sui mercati. Il risultato è stato un calo sistematico dei principali listini europei, oltre che di quelli italiani. Il FTSE All Share ha perso addirittura il 10%, mentre gli indici DAX, CAC e IBEX hanno tutti chiuso in calo, rispettivamente a -0,1%, -2,2% e -5,2%. L’indice spagnolo ha risentito anche della sfiducia al governo Rajoy.
La crisi politica italiana ha trascinato al ribasso anche gli indici settoriali nazionali, che nella prima metà del mese si erano mantenuti positivi. Le quotazioni erano state sostenute dal prezzo del petrolio e dalla buona performance del comparto industriale, che a maggio ha registrato un aumento di quasi l’1% rispetto al mese precedente e del ben 3,7% rispetto allo stesso mese del 2017. Il FTSE Oil&Gas è calato complessivamente del 4,4%, mentre l’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha chiuso a -4,8%.
Oltre alla situazione politica, a pesare negativamente sono state le performance particolarmente deboli di alcuni titoli azionari che avevano già mostrato fragilità nei mesi precedenti. È il caso del Gruppo Green Power (-28,8%) che ha comunicato la decisione di Volteo Energie S.r.l., in precedenza azionista rilevante del Gruppo, di ridurre la propria partecipazione dal 5,54% all’1,53% del capitale. Agatos S.p.A. ha pubblicato a fine mese i risultati del bilancio d’esercizio 2017, riportando perdite per 2,415 milioni di euro e deprimendo il titolo (-11,1%). La società ha però comunicato di aver ricevuto da William West S.r.l. un’offerta vincolante per la cessione di alcuni impianti mini-eolici situati in Sardegna, per un corrispettivo di Euro 245 mila per ogni impianto. La comunicazione dei dati di bilancio 2017 con perdite di esercizio accomuna gli altri titoli che hanno mostrato i ribassi più significativi, tra i quali spiccano Innovatec (-10,5%), Ecosuntek (-10,4%), EEMS (-9,7%) e TerniEnergia (-7,8%). Le altre società dell’indice hanno tutte evidenziato cali nelle quotazioni azionarie tra il -3% ed il -6%, nonostante i buoni risultati registrati nel primo trimestre 2018, a causa della congiuntura politica negativa o dello stacco dei dividendi (Plt Energia).
Frendy Energy è stata l’unica quotata con performance positiva, chiudendo a +5,8% e consolidando i risultati favorevoli del mese precedente. A fine maggio il Consiglio di amministrazione ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Alfa Idro S.r.l. e di CCS Blu S.r.l., società del mini-idroelettrico entrambe a socio unico, che saranno soggette alla direzione e al coordinamento di Frendy Energy.
Altre operazioni rilevanti hanno riguardato Falck Renewables, che ha siglato con Vestas un contratto di fornitura di 12 turbine eoliche per circa 36 milioni di euro destinate al parco eolico di Hennøy, in Norvegia, e K.R. Energy, che ha sottoscritto con Invitalia un accordo per agevolazioni, pari a 36,7 milioni, per la reindustrializzazione di Teverola, in provincia di Caserta. K.R. ha anche chiuso un contratto di fornitura di attrezzature per il rivestimento di batterie per 15 milioni di euro con Babcock & Wilcox MEGTEC, da impiegare nel medesimo stabilimento. Infine, TerniEnergia ha comunicato di aver sottoscritto un Memorandum of Understanding non vincolante con la britannica GIL Capital Ltd per la cessione del ramo d’azienda “On site Engineering and Operations” (EPC ed O&M fotovoltaico), per circa 2 milioni di euro. Il completamento dell’operazione è previsto entro il 30 giugno 2018.