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Italia Nostra vuole fermare la realizzazione di 52 giganteschi aerogeneratori in Montefeltro

where Roma when Mer, 26/07/2023 who roberto

Presentata istanza al ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana per impedire “l’assalto scriteriato” di pale eoliche in alta Valmarecchia e Valtiberina. Anche le sezioni locali di Wwf e Cai

Italia Nostra insieme a un gruppo montefeltro.jpegdi altre associazioni ambientaliste, fra le quali le sezioni locali di Wwf e Cai, ha lanciato un nuovo allarme sull’eolico accusato di deturpare il paesaggio in questo caso nell’area del Montefeltro: sono 9 i progetti di wind farm di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro). Le maggiori fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idroelettrico) devono catturare un’energia naturale molto dispera e quindi necessitano di impianti altamente visibili. Su questo tema si dividono le due anime dell’ambientalismo fra associazioni che in genere condividono gli obiettivi, cioè Italia Nostra, Amici della Terra e altre associazioni puntano alla conservazione del paesaggio e si oppongono alla posizione di Legambiente e Wwf.
Per questo motivo Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, Wwf sezioni di Rimini e Forlì - Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana, hanno presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Regione Toscana “per impedire l’assalto scriteriato di pale che, in molti casi, sarebbero addirittura collocate in violazione delle disposizioni previste dalle norme in vigore che tutelano i beni culturali, il paesaggio e le aree naturali protette”.
 
L’attacco selvaggio
Una situazione definita inaccettabile, sotto numerosi punti di vista. In primis poiché si tratta di un attacco al territorio meramente speculativo, che porterebbe interessi economici solo per pochissimi, ossia per le ditte proponenti e per alcuni proprietari terrieri nonché per il Comune di Badia Tedalda, peraltro soltanto nel caso fossero effettivamente corrisposte delle misure compensative, di fatto eventuali poiché previste da un accordo siglato dal comune stesso con alcune ditte proponenti al di fuori della Conferenza dei Servizi. Ma non solo si tratta di un attacco. Si tratta di un attacco letteralmente “selvaggio”, avanzato in totale assenza di coordinamento e pianificazione nella gestione territoriale, tanto da arrivare alla paradossale situazione di una sovrapposizione di progetti, con commistione di aerogeneratori previsti da ditte diverse per la stessa area. La selva degli aerogeneratori proposti sarebbe talmente fitta e scriteriata che i rotori delle pale, durante il funzionamento, andrebbero in collisione! Se questi impianti fossero autorizzati, a beneficio di questi pochissimi, il danno causato sarebbe però dell’intera collettività, poiché riguarderebbe ciò che insistiamo nel definire “patrimonio comune”, di tutti. Si assisterebbe alla trasformazione dell’intera area in un complesso industriale eolico formato da 52 aerogeneratori di grandissima taglia con impatti enormi sull’ambiente e sulla stabilità dei versanti, caratterizzati da innumerevoli dissesti e frane come evidenziato nel piano di assetto idrogeologico - PAI del Bacino Conca Marecchia oggi facente parte del distretto idrografico del Fiume Po. Per questo eventuale beneficio di pochi, ci ritroviamo di fronte a un concreto rischio di disastro ambientale, con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza dell’intero territorio.
 
La criticità idrogeologica della zona
Tutta quest’area, per sua specificità idrogeologica, fanno sapere dalle sezioni locali di Italia Nostra, è soggetta a frane. Pochi mesi fa sono bastati alcuni giorni di pioggia torrenziale perché si generassero danni ingenti e situazioni di allerta grave. Come diventerebbe questo territorio dopo interventi così impattanti? È incredibile che lo si debba ripetere, ribadire. Invece prevale la logica del soldo. L’abbattimento di ettari di bosco di altissimo pregio necessario per installare queste enormi pale con il loro indotto, non solo è un insulto al buon senso, ma è un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle cosiddette fonti rinnovabili, che dovrebbero consentire minori emissioni. Ma, se per realizzare queste opere occorre distruggere ettari di bosco, che cosa significa questo, se non fingere di non sapere che gli alberi nel loro ciclo vitale assorbono la stessa CO2 abbassando così la temperatura degli ecosistemi? L’attacco selvaggio genererebbe inoltre un impatto paesaggistico enorme e le zone interessate, con i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Urbino, Borgo Pace, La Verna, San Sepolcro, Caprese Michelangelo, solo per citarne alcuni, vedrebbero stagliarsi all’orizzonte, insieme alle pale, anche un irrefrenabile processo di impoverimento e difficoltà dell’economia locale legata al turismo e alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi ultimi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse.

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eolico