Il no all’idroelettrico. CIRF: gli incentivi? Una scelta sbagliata
Secondo il centro di riqualificazione fluviale l’incentivazione all’idro potrebbe costare all’Italia una procedura d’infrazione europea
La conferma degli incentivi agli impianti idroelettrici previsti dal Governo con la pubblicazione del Decreto sul sostegno alle fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico è una scelta sbagliata e controproducente.
Lo afferma il CIRF, Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale che annovera 230 soci di enti pubblici italiani, secondo cui finanziare ulteriori 80 MW idroelettrici a discapito della qualità dei corsi d'acqua naturali “appare oggi senza alcuna giustificazione strategica”.
In particolare, questo Decreto rischia di costare all'Italia una nuova Procedura di infrazione comunitaria, aggravando la posizione sulla precedente già avviata. La produzione idroelettrica è infatti riconosciuta come una delle cause principali di degrado dello stato ecologico dei corpi idrici e il sostegno alle rinnovabili, a cui il nuovo idroelettrico in Italia ormai può dare un contributo molto limitato, non può essere in contrasto con gli obiettivi di tutela delle acque e della biodiversità.
Il CIRF ha da tempo suggerito che lo spazio residuo per ulteriore produzione idroelettrica, e per eventuali incentivi, va cercato nella realizzazione di nuovi impianti nel reticolo artificiale, ad esempio in acquedotti e fognature, oltre che nell'aumento dell'efficienza di quelli esistenti. Così come per il consumo di suolo, anche per i corsi d'acqua non si può pensare di aumentarne ulteriormente lo sfruttamento, è tempo di fermarsi e anzi di investire in misure di tutela e riqualificazione. Sul tema, il CIRF ha sottoscritto a fine 2014 insieme alle principali organizzazioni italiane che si occupano di tutela ambientale l’appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d'acqua dall'eccesso di sfruttamento idroelettrico e ha prodotto uno specifico Dossier su idroelettrico e corsi d'acqua “L’energia “verde” che fa male ai fiumi - Qualità dei corsi d’acqua e produzione idroelettrica in Italia: un conflitto irrisolto”.