È online il nuovo numero di Elementi. Il ministro Galletti: “le rinnovabili sono una bella rivoluzione culturale”
Sul periodico web del Gestore dei Servizi Energetici intervengono tra gli altri Ermete Realacci, Gudo Bortoni, Carlo Malacarne e Stig Schǿlset
“Quella delle rinnovabili la vedo come una bella, pacifica rivoluzione culturale ed economica. Che ci sta conducendo verso un’economia sostenibile capace di produrre benessere, lavoro e tutelare le risorse naturali”. Così Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente, nel suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it Galletti ha affermato che “nella produzione termica da rinnovabili c’è spazio per un raddoppio rispetto al 2010: da 5 a 10 milioni di Tep. Il dato sui biocarburanti deve salire da meno del 5% al 10%, modificando le modalità di produzione con bioenergia di seconda e terza generazione, con una produzione sostenibile e non in contrasto con l’alimentazione umana o animale. Entro il 2020 l'efficienza energetica ci può portare a generare risparmi per 20 milioni di Tep, circa quattro volte quello che abbiamo fatto fino al 2010”.
Quanto al fotovoltaico, Galletti ha dichiarato che “servono interventi e norme che agevolino il mantenimento di questo mercato. In tale direzione è importante aver incluso il fotovoltaico nella detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni degli edifici con legge di stabilità del 2014. Ma sono necessari ulteriori interventi”.Tra questi, sostiene Galletti, “la semplificazione della connessione in rete del fotovoltaico - ed anche per altre fonti rinnovabili - con il mantenimento della priorità di dispacciamento, e l’alleggerimento degli adempimenti di tipo tecnico-burocratico che pesano sui costi d’investimento del settore”.
Tra gli altri interventi Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, ha detto di considerare quella del risparmio energetico, “la partita del futuro”. “Su questo tema c’è un problema culturale e di visione economica del Paese. Abbiamo passato mesi a litigare sull’Imu, che nel 2012 è costata agli italiani in media sulla prima casa 235 euro. Invece, tra una casa costruita bene e una male, la differenza è una bolletta da 1.500 euro all’anno. Gli eco bonus, inoltre, interessano settori vitali del Made in Italy come quello dell’innovazione, delle caldaie a condensazione e della domotica. Inoltre, questo provvedimento fa emergere il nero, che si trascina dietro cose poco gradevoli come la scarsa sicurezza sul lavoro e gli intrecci con la criminalità organizzata”. Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, ha scritto su Elementi che “una delle principali sfide per il Paese è quella di ritrovare competitività, anche grazie alla riduzione del costo dell’energia per le nostre imprese. L’azione del governo di ridurre del 10% il costo delle bollette rappresenta un buono spunto per il rilancio. Tagliare si può, ma con un caveat: la riduzione per alcuni consumatori non deve avvenire a danno di altri. Non si possono cioè spostare i costi sulla spesa energetica delle famiglie. Occorre concentrarsi su una vera “riduzione di spesa”, diminuendo o eliminando le voci che gravano sugli oneri generali, che nel 2013 hanno raggiunto il peso mostruoso di 13,7 miliardi”. Carlo Malacarne, Presidente di Confindustria Energia, ha affermato che “al Governo facciamo presente la questione di sicurezza energetica che deve essere garantita nel lungo termine. Il nostro sistema è in grado di assicurare approvvigionamenti stabili e sicuri, ma deve essere messo nelle condizioni di farlo. Una strategia coerente con i bisogni del Paese e un quadro legislativo e autorizzativo chiaro sono le precondizioni per il raggiungimento di questo obiettivo”. Stig Schǿlset, responsabile Point Carbon (Thomson Reuters) per l’analisi del carbonio, ha parlato del modello previsionale del prezzo della CO2. “Secondo il nostro modello, una quota di rinnovabili al 30% implicherebbe una riduzione delle emissioni di circa 700 milioni di tonnellate dal 2020 al 2030 rispetto ad uno scenario con il 27% di rinnovabili. Con un obiettivo clima al 35%, vi sarebbero maggiori emissioni nell’EU ETS per 557 milioni di tonnellate di CO2 nel 2020-30 rispetto allo scenario con il -40%. È interessante notare che un obiettivo clima meno ambizioso avrebbe meno effetti sul mercato della CO2 rispetto ad uno scenario privo dell’attuazione della “riserva di stabilità”.
Sono presenti sul numero 32 di Elementi anche Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, Nando Pasquali, Presidente e Ad del GSE, sulla tutela del consumatore, Paolo Vigevano, Presidente e Ad dell’AU, che evidenzia l’importanza dell’attività svolta dall’AU, Stefano Besseghini Ad di RSE, che analizza gli obiettivi nel comparto energetico-ambientale fissati dall’Ue, Rosa Filippini, Presidente Amici della Terra su ciò che serve all’Italia e all’Europa in campo energetico e Catia Bastioli, Presidente di Kyoto club, sulla bioeconomia. Da segnalare anche lo Speciale sull’energia di Nigeria, Filippine e Vietnam, uno studio sulle fonti rinnovabili in Arabia Saudita e una conversazione sui temi dell’uomo, della società e della cultura con il filosofo di fama mondiale Emanuele Severino.
Per leggere il nuovo numero di Elementi vai qui: http://www.gse.it/it/salastampa/Magazine%20Elementi/Pages/default.aspx