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Le opportunità del biometano: se n’è parlato in Regione Lombardia

where Milano when Mer, 16/05/2018 who roberto

A Milano il convegno organizzato da Energy Cluster Lombardia, Regione Lombardia e RSE ha fatto il punto sulla filiera del biometano da scarti e frazione umida dei rifiuti

La recente pubblicazione da parte biometanolombardia.jpgdel MISE del nuovo decreto sulla produzione di biometano dovrebbe segnare anche in Italia il definitivo avvio della produzione di questo biocombustibile.

Le potenzialità sono notevoli e tutt’altro che trascurabili. Dalla trasformazione di scarti agricoli, reflui zootecnici, frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) e fanghi di depurazione delle acque si porterebbe produrre circa 4 miliardi di Sm3/anno di biometano. Una quota che potrebbe essere ulteriormente incrementata da una maggiore quota di raccolta differenziata - oggi in media di poco il 50% in Italia - arrivando a generare ulteriori 2 miliardi di Sm3/anno.
 
Di questa reale opportunità, sia per la chiusura del ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare, sia rispetto alle potenzialità per il settore e per le aziende italiane, si è discusso a Palazzo Lombardia nel convegno: “Dagli Scarti al biometano. Traiettorie concrete per un settore in espansione”, promosso da LE2C, Regione Lombardia e RSE per mettere in contatto operatori del settore, stakeholder, amministratori ed esperti e per meglio comprendere le reali prospettive di questa filiera. Presenti l’Assessore all’ambiente e clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo e numerosi esperti che hanno messo in evidenza l’impatto sull’ambiente e sulla sostenibilità del biometano, il contributo all’economia circolare, gli aspetti tecnici e scientifici, la sostenibilità economica e la redditività per analizzare le possibilità di concrete prospettive future.

“Produrre biometano dal biogas - spiega Luigi Mazzocchi, Direttore del Dipartimento Tecnologie di Generazione di RSE - è un’operazione abbastanza semplice e presenta diversi vantaggi. Invece di ottenere energia elettrica, con un’efficienza del 35 - 40 %, l’intero potere calorifico del metano contenuto nel biogas viene sfruttato, sostituendo 1:1 il gas naturale. Il biometano può poi essere facilmente immesso nella rete gas, è un biocarburante avanzato che riduce drasticamente le emissioni nette di CO2 e può essere utilizzato anche per creare un’interazione flessibile fra il sistema elettrico e quello del gas. Oggi lo scoglio da superare è quello del costo: un metro cubo di biometano costa il doppio del prezzo all’ingrosso del gas naturale. Per questo sono stati previsti degli incentivi che, insieme all’ottimizzazione della filiera delle biomasse, all’affinamento dei processi, alla concorrenza, porteranno a una diminuzione dei costi per arrivre alla attesa “market parity”.

Oggi in Italia il gas naturale resta il combustibile fossile più utilizzato per attività domestiche e per la produzione di energia elettrica. Ne importiamo più del 90%, principalmente dal nord Africa e dalla Russia. Per ridurre la dipendenza dalle importazioni dall’estero e migliorare il bilancio ambientale si sono da tempo avviate tecniche per la produzione di biogas e biometano. Il processo più comune e diffuso è la fermentazione anaerobica: digestione da parte di specifici batteri di biomasse coltivate o di scarto, della parte organica dei rifiuti prodotta dalla raccolta differenziata, dei fanghi di depurazione delle acque. Tipicamente, il biogas contiene una percentuale - dal 50 al 75% - di metano. è quindi necessario un processo di “upgrading” per separare l’anidride carbonica e ottenere biometano da immettere nelle reti gas per la distribuzione e l’utilizzo. Questa raffinazione è svolta con diverse tecniche. RSE ha sviluppato e brevettato un sistema di cattura della CO2 basato su sorbenti solidi che presenta interessanti vantaggi energetici.

Queste tecnologie hanno un’efficienza energetica sicuramente alta. A valle della digestione anaerobica il biogas è usato per alimentare impianti per la generazione di energia elettrica con un’efficienza del 40% circa. La restante energia, che può essere utilizzata sotto forma di calore, non è solitamente sfruttata in maniera massiva – in media solo per l’11% del potere calorifico in ingresso – a causa della scarsità di impianti che sfruttano il calore nei luoghi di produzione. Al netto delle perdite di rete elettrica e dell’efficienza di un ciclo combinato, ogni metro cubo di metano contenuto nel biogas porta un risparmio di circa 0,84 m3 di gas naturale di origine fossile. Lo stesso m3 di metano contenuto nel biogas, dopo la raffinazione e tolti i consumi energetici necessari per svolgere il processo, sostituisce 0,94 m3 di gas naturale con un beneficio energetico del 13% superiore.

Il decreto del marzo 2018 promuove esclusivamente l’impiego del biometano in autotrazione. Il “biometano avanzato”, ottenuto dalla FORSU e da scarti agricoli e zootecnici, è incentivato, per un periodo massimo di dieci anni, a condizioni particolarmente favorevoli. Sono riconosciuti 375 euro per ciascun Certificato di Immissione al Consumo (CIC), oltre a ulteriori incentivazioni nel caso in cui il gas sia immesso al consumo in nuovi impianti di distribuzione stradale pertinenti all’impianto di produzione del biometano.

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