Parco offshore a Rimini. Il presidente della Provincia: servono compensazioni per l’impatto
La wind farm di fronte alla costa romagnola da 330 MW attende il via libera del Ministero. Italia Nostra contraria: un mostro
Un’area di 115 chilometri quadrati, 59 aerogeneratori alti 35 metri, con pale di diametro intorno ai 5 metri e una capacità di 330 MW l’anno. Sono i numeri del parco eolico offshore che potrebbe sorgere nel riminese se venisse autorizzato. Il progetto è stato presentato (in diverse occasioni) da Energia Wind 2020 srl, l’azienda che ha presentato a fine marzo al Ministero delle Infrastrutture l’ottenimento della concessione demaniale delle aree marittime. I proponenti parlano di 150 posti di lavoro tra diretti e indotto, 50 dei quali permanenti. La capacità di muovere un miliardo di investimenti sul territorio.
Sull’operazione pesa però il parere del presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi: "Per noi resta da sciogliere una questione fondamentale, oltre a quella dell’impatto ambientale, su cui si esprimerà il ministero per l’Ambiente, cioè la ricaduta per la nostra provincia in termini di energia prodotta". Santi si riferisce al fatto che le normative attuali non prevedono una distribuzione privilegiata per il territorio che accetta di installare un parco eolico in mare.
Netto il giudizio negativo di Italia Nostra al progetto: "Non ci sono denari o compensazioni sufficienti per compensare una seppur minima parte del danno che una simile mostruosità causerà a tutta la nostra riviera e alla vita di tutti noi. Per quali ragioni i nostri e i nuovi turisti dovrebbero essere attratti dalla nostra offerta turistica? Forse per un bosco di pali che si staglia all’orizzonte del mare, magari frapponendosi al sole che nasce?”