PowerCrop, la centrale a biomasse in Sardegna “congelata” dal decreto incentivi
Il governo Renzi non ha ancora varato il decreto che dovrebbe contenere norme ad hoc per le centrali sorte sulle ceneri degli ex zuccherifici
La centrale a biomasse di Macchiareddu targata PowerCrop per il momento non si farà. L’azienda proprietaria dell’ex zuccherificio, controllata da Enel Green Power e gruppo Maccaferri, fa sapere di “voler portare avanti il progetto di riconversione dell’impianto di Villasor e concludere i lavori per la realizzazione dell’impianto. Ma qualche difficoltà permane.
Si attende il Governo - Il problema è che - come noto - il governo Renzi stenta a varare il decreto che contiene il controverso articolo con le norme ad hoc per le centrali sorte sulle ceneri degli ex zuccherifici. Del provvedimento si parla ormai da marzo, ma il nuovo regime di incentivi al momento non è nulla più di una bozza, che in seguito all’approvazione del governo dovrà ricevere il parere vincolante della Commissione europea.
Nuova vita per gli zuccherifici? - Il ritardo prolungato del decreto pare proprio aver avuto l’effetto di bloccare i lavori. Il provvedimento, rimasto intrappolato nella pancia del governo, riguarda da vicino l’impianto di Macchiareddu e gli altri progetti di riconversione degli zuccherifici chiusi in seguito al taglio delle quote zucchero imposto ai paesi comunitari dall’Unione europea su indicazione del World Trade Organization (Wto). Se approvate, le nuove norme porteranno infatti nelle casse della PowerCrop, società nata per riconvertire gli ex zuccherifici di Fermo, Castiglion Fiorentino, Avezzano e Russi, tra i 110 e i 145 euro al MWh, vale a dire decine di milioni di euro l’anno. Sempre che arrivi presto il decreto incentivi.