La protesta del fotovoltaico. Aceper: 10mila impianti spenti per 3 giorni
La clamorosa azione dell’Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili vuole sottolineare l’estrema necessità di modificare il Decreto Sostegni TER e l'articolo 36 collegato alla legge di bilancio 2020
Le aziende che producono energia da fonti rinnovabili di Aceper (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili) annunciano in una nota lo spegnimento per tre giorni di 10.000 impianti fotovoltaici. "L'aumento vertiginoso del costo dell'energia, acuito dalla guerra in Ucraina, rischia di mettere in ginocchio il settore delle energie rinnovabili in Italia, paradossalmente quello che invece dovrebbe essere il 'motore' della conversione energetica italiana", afferma in una nota la presidente di Aceper, Veronica Pitea. "Se il Governo non recepisce il nostro appello - dice Pitea - saremo costretti a spegnere gli oltre 10.000 impianti fotovoltaici sparsi in tutta Italia, che producono oltre 900 GWh di energia elettrica pulita da fonti rinnovabili, e che illuminano l'equivalente 6 grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bologna, Bari e Palermo messe insieme."
Modificare l’art.36
La richiesta al Governo è modificare il Decreto Sostegni TER e l'articolo 36 collegato alla legge di bilancio 2020, "prevedendo delle misure alternative per i produttori di energia da fonti rinnovabili (per esempio "revampare" gli impianti, cioè sostituire le parti dell'impianto e ripararlo per riportarlo alla produzione ottimale)", altrimenti per Pitea "diverrebbe insostenibile tenere aperti i nostri impianti".