Rinnovabili

La partecipazione è stata del 44,8% specie nelle grandi città. Previsti oltre 6 TWh al 2040

La Svizzera ha accettato il pacchetto di misure per aumentare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Quasi il 69% dell’elettorato e tutti i Cantoni hanno accolto l’insieme di misure elaborate dal Parlamento – leggiamo sul sito della TV svizzera – che mira a rafforzare l’approvvigionamento elettrico a partire da fonti rinnovabili in Svizzera e a ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi durante l’inverno. La partecipazione è stata del 44,8%. I risultati più alti sono stati quelli di Basilea Città (76,2% di voti favorevoli), Ginevra (75,2%), Vaud (73,5%) e Zurigo (72,2%). In Ticino e nei Grigioni i “sì” sono stati rispettivamente del 70% e del 65,2%.
 
I numeri
Entro il 2040 il Paese elvetico punta ad aumentare la produzione di elettricità da rinnovabili di almeno sei Terawattora (TWh). Di questi, almeno due TWh dovranno essere disponibili in modo affidabile attraverso l’idroelettrico. Più in generale, 35 TWh di elettricità dovranno essere prodotti nel 2035 utilizzando energie rinnovabili – l’energia idroelettrica esclusa – e 45 TWh nel 2050. Le esigenze per l’idroelettrico sono fissate a 37,9 TWh e 39,2 TWh.
 
La condanna della Corte di Giustizia
Il voto avviene poche settimane dopo la condanna della Svizzera, all'inizio di aprile, da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo per la sua mancanza di iniziative contro il riscaldamento globale. La legge è stata approvata dal parlamento lo scorso anno, ma un piccolo gruppo di organizzazioni ambientaliste ha lanciato un referendum per opporsi, affermando che porterebbe a 'un'inutile distruzione del paesaggio'. Il risultato era comunque atteso. Lo spettro dei favorevoli alla riforma era ampio: quasi tutti i partiti, le associazioni economiche e le principali organizzazioni ecologiste, come il Wwf e Pro Natura. La loro soddisfazione all’annuncio dei risultati è dunque scontata. Non c’è invece stata unanimità per quel che concerne la visione futura: per la sinistra e gli ecologisti il prossimo naturale passo, oltre alla rinuncia alle energie fossili, è l’uscita dal nucleare.