Ricerca: operatori preoccupati dalle incertezze sull'impatto del 5° Conto Energia
Presentati i risultati di una ricerca fatta da Enerpoint sui clienti dell’azienda che fotografia un mercato italiano in forte transizione. L’ad Rocco Viscontini ha anche voluto rispondere nuovamente agli attacchi di Ifi sulla concorrenza cinese
Incertezza, instabilità legislativa, sfiducia e crescente burocrazia, sono i principali fattori che stanno mettendo a dura prova il mercato fotovoltaico italiano. È questa la tendenza emersa dalla ricerca “Fotovoltaico: quale futuro?”, realizzata (a fine settembre 2012) da Enerpoint, l’azienda brianzola del fotovoltaico.
Oltre 1.400 gli installatori e gli operatori del settore a cui la survey è stata rivolta per fotografare lo stato d’animo a circa due mesi dall’entrata in vigore del V Conto Energia.
Il campione è rappresentativo dell’universo dei clienti Enerpoint, prevalentemente installatori elettrici, con un’età compresa tra i 25 e i 64 anni, residenti in tutto il territorio nazionale e per il 66% titolari della propria azienda.
Per la maggior parte degli intervistati (77,6%) è emerso come il 5° Conto Energia abbia avuto un impatto negativo sul loro business, determinando timori crescenti per un calo della domanda e una conseguente riduzione del fatturato. Solo il 15,9% degli intervistati considera l’impatto minimo e sta rimodulando il suo modello di business.
Nel 49,7% dei casi è la continua instabilità legislativa e l’ingresso del registro a determinare un rallentamento del lavoro; per il 34,4% le maggiori difficoltà sono causate dalla complessa burocrazia e dalle innumerevoli pratiche amministrative necessarie per realizzare un impianto; l’11,3% denuncia una riduzione del lavoro anche per motivi finanziari e per la crisi economica. Del V Conto Energia gli intervistati cambierebbero, in particolare, il Registro impianti (42%), le nuove modalità di incentivazione e in particolare il passaggio alla tariffa omnicomprensiva e a quella per l’autoconsumo (24%) e il limite massimo di spesa fissato a 6,7 miliardi l’anno (10%).
“I dati emersi dalla ricerca - afferma Paolo Rocco Viscontini, presidente e AD di Enerpoint - rispecchiano la difficile situazione del mercato italiano e denunciano la continua instabilità normativa, la poca chiarezza e l’eccessiva burocrazia introdotta dal 5° Conto Energia. Confido tuttavia nella capacità di reagire degli operatori del fotovoltaico!.
Questione dumping – Sempre l’ad Rocco Viscontini, al centro la scorsa settimana di una polemica con il Comitato IFI in materia di concorrenza sleale, ha voluto precisare nuovamente il proprio pensiero nella veste di aderente all’Afase, l’associazione che fa capo ai produttori cinesi: “Un aumento dei prezzi dovuto ai dazi colpirebbe tutti: la filiera del fotovoltaico non è composta solo dai produttori di moduli fotovoltaici, che tra l’altro hanno avuto, hanno e avranno il loro giusto spazio nel mercato europeo. Infatti la quota di moduli non cinesi sul totale installato in Italia è del 61 % come dimostra il recente rapporto del GSE. Ritengo - ha concluso - che sarebbe più utile collaborare affinché Europa e Cina possano contribuire insieme a uno sviluppo sano del mercato del fotovoltaico a beneficio di tutti”.