Rinnovabili: Anev, da eolico 3,5 miliardi investimenti ogni anno
Così il presidente di Anev, Simone Togni, nel corso di un convegno in occasione della Giornata mondiale del vento che si è celebrata il 15 giugno
“In Italia il solo eolico crea ogni anno un flusso finanziario di circa 3,5 miliardi di euro tra investimenti diretti e indiretti”. Così il presidente dell'Associazione nazionale energia del vento (Anev) nel corso di un convegno, nella sede del Gestore dei servizi energetici (Gse), in occasione della Giornata mondiale del vento che si è celebrata il 15 giugno. Il settore eolico, spiega Togni, “conta oggi oltre 37.000 addetti” che “con un'adeguata crescita e le politiche giuste potrebbe arrivare a oltre 67.000 addetti nel 2020”.
Per raggiungere questi obiettivi "è indispensabile innalzare il target del 27% di rinnovabili in più al 2030 proposto dalla commissione Europea e renderlo vincolante per i singoli Stati membri”.
Grazie all'eolico sono complessivamente 8.650 i MW installati in Italia a fine 2013, tra impianti di grande taglia e mini eolico, che hanno consentito di soddisfare i fabbisogni di oltre 5,5 milioni di famiglie attraverso 14,8 TWh prodotti dal vento (quasi il 5% dei consumi complessivi). In ogni parte del mondo cresce la potenza eolica installata, che negli ultimi dieci anni è decuplicata, con oltre 300 GW installati e, per il 2014, si stima che le nuove istallazioni potranno raggiungere i 47 GW di potenza. Il 15 giugno si è festeggiato l'eolico in tutta Europa con il Wind Day, la giornata del vento promossa dall'Ewea, l'associazione europea dell'energia eolica e dal Gwec, il Global Wind Energy Council, nata per far capire come dal vento possa arrivare energia pulita a prezzi competitivi in tutto il mondo.
Per l'occasione, Legambiente ha lanciato un appello al Governo Renzi, perché intervenga rispetto ai troppi problemi e veti che fermano lo sviluppo di impianti eolici. Il principale problema su cui intervenire riguarda le regole, perché in tante Regioni è di fatto impossibile realizzare nuovi impianti eolici: dalla Sicilia alla Sardegna, dall'Emilia Romagna alle Marche, norme e linee guida bloccano ogni tipo di progetto e le soprintendenze sempre più spesso bloccano i progetti anche quando sono al di fuori di aree protette e di vincoli. Ultimo caso è il progetto di Quattro Torri, bocciato nei comuni di Vado Ligure e Quiliano.
“Occorre fare finalmente chiarezza rispetto alle regole per l'approvazione degli impianti eolici, perché l'incertezza delle procedure sta diventando una barriera insormontabile ovunque - dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente - . Basti dire che, a fronte di 15 progetti presentati per impianti off-shore, nessuno è in funzione o in cantiere, per l'assenza di qualsiasi riferimento normativo e per i veti di Regioni e soprintendenze”. Per l'eolico off-shore non sono infatti in vigore neanche le linee guida nazionali introdotte nel 2010, e la situazione di conflittualità è tale che vengono bocciati anche progetti a diversi chilometri dalla costa o davanti all'impianto siderurgico di Taranto. Legambiente chiede dunque al Governo di intervenire con un provvedimento che affronti questi temi, come fatto negli altri Paesi europei, dove la gestione dei progetti avviene in maniera molto diversa e trasparente. In Spagna, per esempio, il Governo nazionale ha approvato un piano che individua le aree incompatibili con la realizzazione di impianti eolici per ragioni ambientali o di rotte di navigazione commerciali o militari. Così nelle altre aree si possono proporre impianti da sottoporre a valutazione.
Un ritardo rilevante lo sconta il nostro Paese anche rispetto al tema dell'interazione tra impianti e avifauna, al momento infatti non vi sono regole nazionali o linee guida in materia. L'obiettivo, anche qui, dovrebbe essere di alzare il livello del dibattito scientifico su questi temi, per aprire un confronto con Regioni, studiosi, associazioni, al fine di evitare o limitare al minimo gli impatti nei riguardi della biodiversità, studiando attentamente le diverse situazioni territoriali e le specie presenti. “Al Governo chiediamo di cambiare marcia rispetto alla situazione degli impianti eolici nel territorio italiano - aggiunge Zanchini - . Per continuare nella crescita delle installazioni si deve intervenire con politiche attente ai territori, come la sostituzione e il repowering degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi progetti di piccola e grande taglia integrati nel paesaggio e poi attraverso impianti off-shore nei tratti di costa dove le condizioni di vento e ambientali lo consentono”. Legambiente stima una potenzialità dell'eolico pari al 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi, con lungimiranti politiche di sviluppo degli impianti e di efficienza energetica, che sarebbero una garanzia importante per un futuro energetico realmente sicuro e pulito.