Rinnovabili

L’ad di Eni, in occasione di un incontro al Cnr, ha lanciato il programma di ricerca sulle batterie che evitano l'intermittenza tipica delle fonti rinnovabili, e ha ricordato la ricerca sui polimeri per sostituire il silicio

“Faccio parte di coloro che pensano che le rinnovabili, come le conosciamo oggi, sono un problema e non la soluzione. Penso che le rinnovabili che oggi utilizziamo, in particolare solare e eolico, creano dei problemi. Ad esempio, hanno un costo esorbitante sulle bollette degli italiani: il 18% della bolletta elettrica che pagate, se la girate e leggete sotto la voce A3, sono in larghissima parte sussidi a delle rinnovabili costose e inefficienti”. Così Paolo Scaroni, ad di Eni, presentando il rinnovo del contratto di collaborazione per la ricerca scientifica con il Cnr.
“Tutto questo non vuole affatto dire che sono contro le rinnovabili - si affretta a precisare Scaroni - : penso che questo tipo di rinnovabili vadano limitate perchè hanno due grandi difetti: il primo che sono costose e il secondo che sono intermittenti”.
Nel futuro, sottolinea l'ad di Eni, si potrebbe però utilizzare il fotovoltaico “senza utilizzare il silicio ma utilizzando i polimeri. “Abbiamo lanciato un piano di ricerca molto ampio, in cui abbiamo speso cifre considerevoli, con l'obiettivo fondamentale di sostituire il silicio”.
Comunque, rileva ancora Scaroni, “non si può parlare di rinnovabili senza risolvere il tema dello stoccaggio”.
Eni ha quindi lanciato un grande programma di ricerca sulle batterie per evitare l'intermittenza tipica delle fonti rinnovabili. “Finchè saranno intermittenti non saranno una soluzione ed è per questo che stiamo lanciando un grande piano di ricerca nel settore delle batterie per averne di efficaci, poco costose, che sono l'unico modo attraverso il quale le rinnovabili potranno davvero sostituire gli idrocarburi in un futuro non troppo remoto”.