Spalma incentivi, il Mise alla ricerca di soldi: rispunta il bond di Zanonato
Lo propone Assorinnovabili. Resta il dubbio su chi debba emettere il prestito obbligazionario: il Gse, come vorrebbero gli operatori, o Cassa Depositi e Prestiti, come sembrerebbe preferire il Governo
Le nuove misure per ridurre del 10% il costo dell’energia a carico delle pmi sono ora al vaglio del Ministero dell’Economia, che ne deve verificare la fattibilità finanziaria. Il risparmio stimato è di circa 1,5 miliardi di euro, considerando che la spesa media annua per l’energia sostenuta da piccole e medie imprese italiane è circa 15 miliardi di euro. La domanda che ora rimbalza dal Ministero dello Sviluppo Economico a quello dell’Economia è come arrivare a quella cifra senza danneggiare gli operatori delle rinnovabili. I tecnici del Mise hanno consegnato ai colleghi del Mef la bozza del cosiddetto decreto spalma incentivi, ma con alcune novità, frutto degli ultimi incontri con associazioni di categoria banchieri. Da parte delle associazioni di categoria, come Assorinnovabili, c’è stata una levata di scudi perchè la formulazione iniziale del decreto – è opinione diffusa tra gli operatori – mette a rischio i business plan già annunciati al mercato e pregiudica i piani di rimborso dei finanziamenti concessi. Alla fine, a togliere dall’impasse il Ministero sarebbe stata proprio Assorinnovabili, con l’idea di ripescare, rivisto e corretto, il bond proposto quasi un anno fa da Zanonato, già ministro dello Sviluppo economico. Resta da capire chi emetterebbe questi bond, se il Gse, come vorrebbero gli operatori, o Cassa Depositi e Prestiti, come sembrerebbe preferire il governo. In ogni caso, il 20 giugno resta la data entro cui il Governo si è impegnato a varare un pacchetto onnicomprensivo di misure a favore delle imprese, compreso il taglio della bolletta.