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Testo unico rinnovabili. Italian Climate Network: un passo cruciale per decarbonizzare

where Roma when Mer, 16/10/2024 who roberto

L’intervento di Paolo Della Ventura alla Camera dei Deputati per il nuovo testo unico sulle rinnovabili. “Triplicare le fonti rinnovabili entro il 2030 è non solo necessario, ma anche possibile se affrontato con un corretto impianto legislativo e autorizzativo»

Italian Climate Network è stata italianclimatenetwork.jpgchiamata a esprimersi in merito al nuovo testo unico sulle rinnovabili dalle commissioni VIII e X della Camera dei Deputati, in una consultazione informale che ha visto anche la partecipazione di altre realtà della società civile. A rappresentare Italian Climate Network è stato Paolo Della Ventura, che ha sottolineato l’urgenza di allineare la normativa nazionale alla direttiva Ue 2023/2413 (RED III) e al Global Pledge, sottoscritto alla Cop28, che ha posto l’obiettivo di triplicare le rinnovabili entro il 2030.
 
Un passo cruciale
«Il nuovo testo unico sulle rinnovabili può rappresentare un passo cruciale per la decarbonizzazione, ma è essenziale che il combinato disposto delle normative nazionali rifletta adeguatamente l'urgenza del riscaldamento climatico», avverte il presidente di Italian Climate Network, Jacopo Bencini. «Triplicare le fonti rinnovabili entro il 2030 è non solo necessario, ma anche possibile se affrontato con un corretto impianto legislativo e autorizzativo».
Nel novembre scorso l'Unione europea aveva pubblicato la direttiva 2023/2413, nota come Red III, mirata ad accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili all'interno dell'Ue. L’obiettivo più importante della Direttiva è quello, vincolante, di raggiungere il 42,5 per cento di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia entro il 2030. Agli Stati membri è inoltre richiesto l’impegno collettivo, ma non vincolante, di arrivare al 45 per cento, in linea con il piano REPowerEU presentato a maggio 2022 da Bruxelles.
 
La questione autorizzazioni
Alla luce dei numeri consuntivi e dei necessari obiettivi posti, emerge chiaramente la necessità di affrontare una delle questioni cruciali per lo sviluppo e la diffusione di nuova capacità da fonti rinnovabili in Italia: la semplificazione degli iter autorizzativi. Le procedure autorizzative – si legge in una nota - non devono avere durata superiore ai 12 mesi per i progetti nelle zone di accelerazione per le energie rinnovabili, o ai 24 mesi nel caso di progetti offshore. Le procedure relative a progetti situati al di fuori delle zone di accelerazione per le energie rinnovabili non devono avere durata superiore ai 2 anni, o 3 anni nel caso dei progetti offshore. Gli iter devono inoltre garantire forme di partecipazione diretta e indiretta del pubblico, delle comunità e degli enti locali alla definizione delle aree di accelerazione e ai progetti stessi.
 
Aree idonee
Per Italian Climate Network è necessario che il quadro normativo nazionale sia coerente con quello europeo e, internamente, anche coerente tra i diversi provvedimenti normativi nazionali. Il decreto Aree Idonee ha demandato alle Regioni la definizione delle zone destinate allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma il ministero dell’Ambiente deve assumere un ruolo centrale di regia e guida di questo processo. Serve assicurare un criterio univoco di definizione di area idonea, non soggetto ad arbitrarietà e variabilità spaziale o temporale, e garantire che: le leggi regionali non limitino gli spazi per lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili, andando in contrasto con normativa e obiettivi europei e nazionali di sviluppo e produzione di energia da fonti rinnovabili; gli impianti che hanno già avviato almeno una delle autorizzazioni previste, siano esclusi dalle nuove norme; gli impianti già esistenti, siano esclusi da nuovi iter autorizzativi in caso di ammodernamento e potenziamento della capacità di generazione elettrica (cosiddetti repowering per gli impianti eolici o revamping per gli impianti solari fotovoltaici e termici).
In generale, a livello governativo e nazionale serve accentrare dovrebbe essere accentrato il quadro complessivo di sviluppo, senza lasciare che le autorizzazioni degli impianti siano esclusiva responsabilità delle Regioni.
Italian Climate Network sottolinea infine la necessità che le norme nazionali e quelle regionali non contrastino con quelle europee, anche per evitare possibili conflitti e contenziosi che avrebbero il solo risultato di bloccare lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili.

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icn