Truffa biogas da 8 milioni di euro, in Sardegna inquinati terreni e falde
Sequestrati due impianti in Sardegna; nove gli indagati per disastro ambientale
Truffa aggravata, raccolta, trasporto e smaltimento illecito di rifiuti, abusi edilizi e disastro ambientale. Sono i reati che hanno portato al sequestro degli impianti dell’Agricola Agrifera con sede legale a Milano, che opera nel settore delle energie rinnovabili, a Decimoputzu e Guspini (Medio Campidano) nell'ambito dell'operazione denominata “Terra nostra”, effettuata congiuntamente dal Corpo forestale e dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Cagliari, che ha permesso di scoprire una maxitruffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche per 8 milioni di euro. Nove le persone indagate. Sotto chiave sono finiti, oltre agli impianti, anche beni e conti correnti per complessivi otto milioni di euro, riconducibili agli amministratori che si sono susseguiti alla guida della società nel corso del tempo. Nel mirino anche la cooperativa BioEnergy di Guspini, che avrebbe favorito l'azienda lombarda al fine di ottenere le autorizzazioni della Regione Sardegna e del Gse necessarie a poter accedere ai cospicui incentivi garantiti ai produttori di energia elettrica da fonte alternativa.
Irregolarità nelle autorizzazioni - Le indagini sono partite dagli esposti dei cittadini, preoccupati dalla installazione in zona agricola di due centrali per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, biogas di origine agricola, e realizzate nei due Comuni del Medio Campidano. La società Agricola Agrifera avrebbe dovuto, attraverso la coltivazione di fondi agricoli, alimentare le due centrali a biogas. Secondo quanto emerso dalle indagini, la società non avrebbe però avuto i requisiti per ottenere le autorizzazioni poi rilasciate e, quindi, i contributi. La Guardia di finanza e il Corpo forestale hanno scavato sulla società Agricola Agrifera scoprendo tutta una serie di irregolarità. La società, in particolare attraverso documenti ritenuti falsi, come contratti d'affitto e coltivazione di terreni ottenuti con la complicità della società BioEnergy di Guspini, avrebbe attestato il requisito di azienda agricola necessario per ottenere gli incentivi.
Inquinamento dei terreni - Pesanti accuse sono state formulate anche in merito alle violazioni ambientali. Gli investigatori hanno accertato l'irregolare raccolta, trasporto e smaltimento dei residui della produzione di biogas, con il conseguente sversamento incontrollato e continuo su terreni e laghetti per uso agricolo dei residui.
Dagli accertamenti è infatti emerso un grave inquinamento ambientale dei terreni e delle falde acquifere nelle vicinanze degli impianti. Le analisi sono state condotte dall'Arpas e dall'Agris e hanno consentito di accertare come alcuni terreni, inizialmente produttivi, dopo lo sversamento dei residui della produzione di biogas fossero diventati totalmente improduttivi. Proprio per questa ragione l'autorità giudiziaria ha chiesto il sequestro degli impianti di Guspini e Decimoputzu “in modo - scrive il Gip nel provvedimento - da impedire che la libera disponibilità degli impianti potesse consentire la prosecuzione degli illeciti ambientali”. Per le stesse ragioni è stato contestato per la prima volta il reato di disastro ambientale.