Zero Emission - Convegno Gse, Romania e Giappone saranno le nuove frontiere per Italia
Adrian Dimache, segretario della Camera di commercio italiana per la Romania, ricorda che il sistema di promozione in quel Paese è estremamente vantaggioso, mentre nel paese nipponico si stima uno sviluppo vorticoso che punta a 53 GW entro il 2030
Gli scenari e gli obiettivi futuri, le regole e le autorizzazioni, gli incentivi e le possibilità offerte dai mercati esteri. Il tutto, nel settore delle fonti rinnovabili, in Romania e Giappone. Di questo si è parlato nel corso del primo 'Corrente day' organizzato dal Gse (Gestore servizi energetici) in collaborazione con Assocamerestero, ed in particolare la Camera di commercio italiana per il Giappone e Camera di commercio italiana per la Romania.
In particolare si è cercato di fare il punto sugli investimenti made in Italy nei due Paesi e sull'avvio di quella che è stata definita' come ''l'ondata'' di imprenditori pronti a cogliere queste opportunità, grazie ai servizi messi a disposizione da 'Corrente', l'iniziativa del Gse (con il patrocinio del ministero dello Sviluppo economico) per promuovere l'industria italiana delle rinnovabili e dell'efficienza energetica sia a livello nazionale che internazionale (sono circa 1.600 imprese). Per Lidia Marconi di Assocamerestero, le Camere di commercio aiutano all'estero a portare avanti l'idea individuando soggetti interessati e creando partnership sia con imprese che con istituzioni per rendere possibile lo sviluppo del progetto.
Tre le motivazioni principali per andare in Romania, dice Dimache, segretario della Camera di commercio italiana per la Romania, c'è il fatto che “in Italia non ci sono più gli incentivi di una volta” mentre “in Romania il sistema di promozione è estremamente vantaggioso. Per ora c'è poco: soltanto un po' di eolico e quasi niente fotovoltaico”. I grossi gruppi tipo “Enel green power - prosegue -, ci sono già e per fine anno dovrebbero allacciarsi. Ma adesso devono arrivare tutti i piccoli”. L'idea, oltre che di investire, è “anche quella di portare know-how italiano che sul fotovoltaico è sicuramente all'avanguardia”. Il target - osserva il segretario della Camera di commercio per la Romania - è di ''raggiungere i 1.000 MW di potenza installata nel giro di cinque anni; una cosa fattibile anche grazie a una certa stabilità legislativa che pian piano si va formando e una buona capacità di ritorno degli investimenti”.
Capitolo diverso per il Paese nipponico, che in ogni caso si trova in una fase di sviluppo più avanzata. ''Il Giappone - rileva Marta Marmiroli, ingegnere di rete elettrica della Mitsubishi Electric - nelle proiezioni future, specie dopo l'incidente di Fukushima, punta molto sulle rinnovabili: prima erano incentivate, ora lo saranno anche di più. Ed infatti sta finalizzando un nuovo Piano”. Per il fotovoltaico “gli incentivi sono di 42 yen al kilowattora se l'impianto è superiore a 10 kilowatt per 20 anni, se sotto i 10 Kw per 10 anni''. La stima delle proiezioni - conclude Marmiroli – “punta ad arrivare a 53 Gigawatt al 2030 di fotovoltaico”.