Alimenti e cancro. L’Iarc (Oms) promuove il caffé ma boccia le bevande calde (caffé compreso)
L’istituto Iarc riclassifica alcune bevande. A 70° il rischio tumore si moltiplica per otto. In Italia la notizia è stata data a metà: Coldiretti e Comitato italiano caffé tacciono sul rischio temperatura
Due notizie dallo Iarc, l’istituto lionese di ricerca sul cancro che dipende dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. Prima notizia. Il caffé non è cancerogeno. Seconda notizia. Le bevande calde (caffé compreso) aumentano di otto volte il rischio di cancro all’esofago.
Il prestigioso centro di ricerca aveva già lanciato allarmi simili di rischio cancro sul diserbante glifosato (allarme poi smentito), sulle carni rosse (allarme poi in parte rientrato), sugli insaccati, sul numero di morti prodotti dallo smog e così via.
Perché una bevanda possa diventare cancerogena, non importa di che tipo è: ciò che conta è la temperatura. Quindi tè, caffé, tisane, brodo o qualsiasi altra bevanda calda a 65 gradi fa raddoppiare il rischio cancro, a 70 gradi il rischio si moltiplica per otto.
Nel caso del caffé, lo Iarc scagiona la classica tazzina dopo che, nel 1991, era stata valutata possibilmente cancerogena (classificata come 2b) per il cancro alla vescica. Lo Iarc ha ora riclassificato il caffé nel gruppo 3 come “non classificabile come cancerogeno per l'uomo”. A patto che non sia troppo caldo.
La Coldiretti e il Comitato italiano caffé hanno divulgato e commentato ovviamente solamente la seconda parte della notizia: il caffé non è cancerogeno, e hanno sorvolato sulla cancerogenicità data dalla temperatura.
“Dopo la carne, il caffé che viene assolto da pesanti accuse, ma gli allarmi veri e presunti a tavola sono costati al Made in Italy quasi 12 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, soprattutto per effetto del taglio degli acquisti provocato da psicosi ingiustificate”.
Soddisfazione, ovviamente, anche da parte di Mario Cerutti, presidente del Comitato italiano del caffé: “Sono confermati gli esiti positivi dei numerosi studi e metanalisi pubblicati dopo l'ultima valutazione Iarc del 1991, in base ai quali gli esperti escludono evidenze di rischio ma, anzi, valutano un possibile ruolo protettivo nei confronti di alcune forme di cancro, ad esempio quello al fegato e all'endometrio”.
Un'assunzione moderata di caffé, tipicamente 3-5 tazzine al giorno, come indicato dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel suo parere sulla sicurezza della caffeina, viene associata nella letteratura scientifica a una serie di benefici fisiologici e può far parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo.