Arpa Lombardia mette a punto una tecnologia per il monitoraggio degli inquinanti emergenti delle acque
Permetterà di monitorare, fra gli altri inquinanti, la presenza nelle acque di farmaci, pesticidi e ormoni presenti nell'ambiente, associabili all'utilizzo domestico, oltre che industriale
“Per far fronte alle recenti richieste europee che fissano requisiti di qualità sempre più stringenti per le acque superficiali e sotterranee, ci siamo dotati di un nuovo strumento che permetterà di monitorare, fra gli altri inquinanti, la presenza nelle acque di farmaci, pesticidi e ormoni presenti nell'ambiente, associabili all'utilizzo domestico, oltre che industriale.” Così Bruno Simini, presidente di ARPA Lombardia, che ha assistito all'avvio delle prime prove di messa in produzione del cromatografo liquido interfacciato con uno spettrometro di massa di nuova concezione, a elevatissima sensibilità e configurato per operare garantendo la massima produttività, di cui l'Agenzia ha dotato il proprio Laboratorio di Milano-sede laboratoristica di Monza.
“Un'innovazione tecnologica che consentirà di determinare i nuovi composti emergenti, come previsto dalle recenti norme europee, garantendo rapidità di azione e uno snellimento delle attività di campionamento, grazie anche alla drastica riduzione dei volumi di acqua necessari - prosegue Simini - .La fase di sperimentazione appena attivata ci consentirà di ottenere la validazione di una metodica specifica, disponibile presumibilmente entro i primi mesi del 2016”.
La tecnologia utilizzata - Lo strumento utilizza la spettrometria di massa accoppiata alla cromatografia liquida, nelle sue forme più evolute e innovative, ossia una delle tecniche analitiche più sensibili e versatili grazie alla capacità di separare, riconoscere e quantificare i componenti presenti in una matrice ambientale complessa, con certezza di individuazione delle singole molecole ricercate, anche se presenti in bassissime concentrazioni.
“In questo modo sarà possibile non solo implementare metodi sensibili ed affidabili per il monitoraggio dello stato chimico dei corpi idrici, ma anche corrispondere ai sempre più stringenti requisiti di qualità dei dati che l'Unione Europea e la norma relativa all'accreditamento (UNI EN ISO 17025) oggi richiedono” conclude il presidente.