In circa un secolo la California ha perso la metà dei suoi alberi ad alto fusto
Uno studio recente ha rilevato che negli ultimi 90 anni il numero di alberi più grandi di due metri di diametro è diminuito del 50% in oltre 120.000 chilometri quadrati di foreste della California
In futuro potremmo dire addio alle maestose foreste della California. Ad affermarlo è una nuova ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, che sottolinea come lo stato americano abbia perso la metà dei suoi grandi alberi dal 1930 ad oggi. Il nuovo studio ha rilevato che, negli ultimi 90 anni, il numero di alberi più grandi di due metri di diametro è diminuito del 50% in oltre di 120.000 chilometri quadrati di foreste della California.
Purtroppo nessuna area è rimasta immune al fenomeno: tutte le zone, dalla costa settentrionale alle montagne della Sierra Nevada, passando per la San Gabriels Valley sopra Los Angeles, sono state colpite. Per alcune il tasso di "scomparsa" è arrivato a toccare quasi il 75% (zone della California meridionale). “Molti fattori hanno contribuito al declino dei grandi alberi: malattie, siccità, disboscamento, crescita edilizia nei boschi ed incendi”, ha detto Patrick McIntyre, ecologo presso Department of Fish and Wildlife e autore principale dello studio. “Ciò che risalta è che questo declino è registrato in tutto lo stato. Le foreste sono sempre più dominate da piccoli alberi”.
Anche i cambiamenti climatici, tuttavia, sembrano avere giocato un ruolo cruciale nel fenomeno. Rispetto ad un censimento delle aree boschive negli anni '20 e '30, i ricercatori hanno documentato un crollo diffuso di grandi alberi anche in zone protette da disboscamento e sviluppo: la perdita di grandi alberi è stata maggiore nelle zone in cui gli alberi avevano sofferto il deficit idrico più alto. Secondo gli autori dell'analisi, gli alberi ad alto fusto sembrano infatti essere più vulnerabili alle carenze di acqua, a causa probabilmente del loro sistema idraulico interno, che pompa acqua dalle radice alle foglie. Un risultato che suscita non poche preoccupazioni considerando che, come ricorda l'equipe di ricerca, entro il 2100 l'aumento della temperatura media dello stato potrebbe incrementare lo stress idrico generale di oltre il 30%.