Colonnine elettriche. Motus-E: crescita record dei punti ad alta potenza nel terzo trimestre
Necessario puntare ad una maggiore capillarità delle stazioni. Il nostro Paese tra i più virtuosi in Europa
Nei primi nove mesi in Italia risultano installati 32.776 punti di ricarica in 16.700 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine) e 13.225 location accessibili al pubblico. Lo scrive nella consueta rilevazione trimestrale Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica.
Quasi 8mila colonnine in più
Negli ultimi tre mesi si osserva un aumento di 2.072 punti di ricarica, 1.026 Infrastrutture e 815 nuove location. Rispetto a settembre 2021, invece, i punti di ricarica hanno registrato una crescita di 7.982 unità. Nonostante i numeri positivi, il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. Quasi la metà, ovvero il 45%, degli oltre 2.000 punti di ricarica installati in questo trimestre, sono punti di ricarica ad alta potenza. Attualmente, “il 90% dei punti di ricarica installati è in corrente alternata (AC), mentre il 10% in corrente continua (DC)”, spiega l'Associazione.
Dove si trovano
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole. In Europa, il nostro Paese è tra i più virtuosi. Come mostrano i dati di giugno 2022, l’Italia mette a disposizione di 100 automobilisti di auto completamente elettriche circa 21 punti di ricarica, al di sopra della media europea (13) e molti di più di quelli offerti da Germania (10), Francia (12) e Spagna (19). Fanno meglio di noi, tra le grandi, solo Belgio (24) e Paesi Bassi (33). “I numeri mostrano un trend positivo, che auguriamo prosegua nei prossimi mesi, grazie anche ai fondi del PNRR”, spiegano da Motus-E, aggiungendo: “L'Italia deve comunque colmare alcune lacune geografiche per raggiungere una capillarità maggiore e deve sanare il ritardo di installazioni in autostrada. Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo accelerare in vista del 2035”.