COOU, raccolte 166mila tonnellate di oli usati. La rigenerazione è al 99%
Nel 2015 sono state prodotte 100mila tonnellate di basi rigenerate e 42mila tonnellate di prodotti come bitumi e gasoli. Il presidente Tomasi: “Il nuovo modello di gestione mantiene performance di eccellenza”
Oltre 166mila tonnellate di olio lubrificante usato raccolte nel 2015, il 99% delle quali avviate al riciclo tramite rigenerazione: lo evidenzia il Green Economy Report del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato a Ecomondo.
Lo scorso anno il Sistema Consorzio - di cui fanno parte le aziende di raccolta e della rigenerazione - ha recuperato il 43% del totale immesso al consumo in Italia, un dato vicino al 100% del potenziale raccoglibile. Delle 166.700 tonnellate di oli usati raccolte, 165.000 sono state avviate al riciclo tramite rigenerazione con la produzione di 100mila tonnellate di basi rigenerate e 42mila tonnellate di prodotti come bitumi e gasoli; solo 455 tonnellate, inquinate al punto di non poter essere riutilizzate, sono state inviate a smaltimento per termodistruzione. La percentuale di oli avviati alla rigenerazione è passata dal 91% del 2014 al 99% del 2015, un risultato da record che premia la flessibilità della rigenerazione e rafforza ulteriormente il primato europeo dell’Italia in questo particolare settore. La raccolta e la rigenerazione degli oli usati permette un risparmio sulla bolletta petrolifera italiana di circa 50 milioni di euro all’anno, mentre le imprese che vi lavorano alimentano una filiera che produce occupazione nel nostro Paese.
I risultati del “Sistema Consorzio” hanno contribuito a ridurre, in misura significativa, anche le emissioni di CO2 e i consumi di acqua, materia e suolo, dando vita a un bilancio ambientale netto positivo misurato attraverso quattro parametri: oltre 35 mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate (Carbon footprint), 427mila metri cubi d’acqua risparmiati (Water footprint), 217mila tonnellate di risorse naturali, fossili e minerali, non consumate (Material footprint) e 650 ettari di territorio risparmiati (Land footprint).
“Questi dati - spiega il Presidente del COOU, Paolo Tomasi - mostrano come il nuovo modello di gestione del Consorzio, entrato in vigore il 1° giugno del 2014, abbia avuto conseguenze positive sia sulla raccolta, che si mantiene su valori vicini al massimo del raccoglibile, che sulla rigenerazione, ormai prossima a trattare il 100% dell’olio usato raccolto. Un chiaro segnale della bontà della scelta operata dal COOU e un ottimo presupposto per il futuro di un settore importante della green economy italiana”.