Crac chimica verde, finisce all’asta la bioraffineria Mossi & Ghisolfi
In vendita le attività del gruppo piemontese tra cui le società Biochemtex, Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia
Il grande sogno della chimica verde targato Mossi & Ghisolfi è finito all’asta fallimentare. L’apertura delle buste avverrà il 25 settembre presso il Tribunale Fallimentare di Alessandria. Finisce così la sfida nella chimica di origine non fossile made in Italy su cui in molti avevano scommesso. Saranno in vendita le società Biochemtex, Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia, compresa la bioraffineria di Crescentino (VC) inaugurata meno di 5 anni fa e considerata la più grande al mondo per il bioetanolo.
Nel perimetro rientrano anche le tecnologie Proesa per la produzione di biofuel e biochemicals da biomasse, utilizzata su scala industriale nella bioraffineria di Crescentino; Greg per la produzione di polioli per idrogenazione di zuccheri di seconda generazione e Moghi per la sintesi di aromatici e carburante per aviazione a partire da lignina sottoprodotto di altri processi.
Il prezzo a base d’asta è stato fissato dal Tribunale di Alessandria in 80 milioni di euro a cui va aggiunta una componente variabile fino a 20 milioni di euro in funzione dei ricavi del quinquennio successivo. Il rilancio minimo è di 5 milioni.
Alle attività nella sintesi di biocombustibili e molecole verdi da biomasse lignocellulosiche è interessata Versalis (gruppo ENI), che nelle scorse settimane ha presentato un’offerta di acquisto vincolante.