Fusione, c’è la data. Descalzi: «Primo test del nuovo nucleare nel 2026»
Secondo l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi, l’energia dai reattori a idrogeno è più vicina del previsto. L’azienda italiana è impegnata sulla fusione in uno spin off del Mit di Boston. L’ipotesi di un lancio commerciale per il 2031-2032
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha svelato i tempi per la costruzione del primo impianto di fusione nucleare. E sono tempi sempre più stretti. «Prevediamo di concludere l’impianto a fine 2025 e dovremo riuscire a fare il primo test nel 2026», ha affermato l’ad al 22esimo Forum Coldiretti a Roma, parlando del fatto che da tempo l’Eni è impegnata sulla fusione in uno spin off del Mit (Massachusetts institute of technology) di Boston. L’ipotesi è un lancio commerciale per il 2031-2032.
Sempre secondo Descalzi, il nucleare «è l’unica soluzione per una decarbonizzazione delle nostre economie: come Eni siamo impegnati non nella fissione, ma nella fusione da più di dieci anni. Il nucleare può decarbonizzare l’industria pesante, ma dobbiamo essere rapidissimi», ha spiegato, ripreso dall’agenzia Adnkronos.
Ma in Europa, a sentire il manager, «ci sono ancora visioni ideologiche», compresa la scelta dell’e-fuel, ossia «un mix di CO2 e idrogeno verde che pagheremo venti volte tanto. Siamo indietro non solo sull’energia nucleare, e non parlo dell’Italia che tutto sommato ha un suo buon mix energetico come quasi tutti i paesi del Mediterraneo, fatto da gas e rinnovabili. In Europa solo la Francia ha una vera riserva di energia con 50 e più stazioni nucleari, che poi rivende». Secondo Descalzi, il nucleare sarebbe anche «l’unica soluzione per abbassare i costi dell’energia». L’energia da fusione nucleare è considerata “pulita” perché i reattori che la generano non inquinano e sfruttano l’idrogeno – risorsa pressoché inesauribile – come combustibile.