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Oltre il 70% degli edifici non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirli, comprese scuole, ospedali e altri edifici strategici

Come numero di strutture con sistemi antisismici, l’Italia è quinta al mondo e prima in Europa. Se a livello internazionale è superata da nazioni molto più popolose, ovvero Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti, mantiene invece il primato a livello europeo per l'applicazione dell'isolamento e dissipazione di energia su edifici, ponti e viadotti. Il paese è inoltre quello con più dispositivi antiterremoto a tutela del patrimonio culturale. 
Restano però problemi sulla sicurezza del parco edilizio: oltre il 70% dell’edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e altri edifici strategici.

“La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l’uso di sistemi e materiali scadenti”, dice Paolo Clemente, dirigente di ricerca Enea che ha curato lo Special “100 anni di Ingegneria Sismica”. Inoltre, interventi architettonici e strutturali impropri, “hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente”.
D’altra parte, nel nostro Paese ci sono oltre 400 edifici dotati di dispositivi antisismici, che vengono tutelate opere importanti, ad esempio i bronzi di Riace.
Da qui la necessità, avvertono gli esperti, di una corretta politica di prevenzione, basata su un’oculata programmazione della spesa e degli interventi e su precise priorità rispetto alla pericolosità e allo stato di salute delle costruzioni, con particolare riferimento a opere strategiche o di particolare rilevanza quali scuole, ospedali, prefetture, caserme.