Il nuovo PNRR, ecco cosa risponde il mondo dell’idrogeno a Salvini che vorrebbe cancellare alcuni progetti di investimenti
H2IT, Associazione Italiana Idrogeno ricorda che i 3,64 miliardi del Pnrr sono fondamentali per non vanificare gli investimenti già fatti dalle aziende, su cui hanno costruito una pianificazione fino al 2026
La revisione degli investimenti del Pnrr mette a rischio il settore, la sicurezza energetica e l’abbandono dei combustibili fossili: un’occasione sprecata per dare al Paese una posizione di leadership e creare nuovi posti di lavoro mettendo in pericolo gli investimenti fatti dalle aziende da oltre 10 anni. A sostenerlo è H2IT, l’Associazione italiana idrogeno che esprime la propria posizione in merito all’ipotesi di cancellare alcuni progetti di investimenti sulle infrastrutture di rifornimento per l’idrogeno espressa dal Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
Addio agli investimenti?
L’idrogeno - dicono - rappresenta un vettore energetico strategico per l’economia, la sicurezza energetica e la crescita del Paese. I 3,64 miliardi del Pnrr sono fondamentali per non vanificare gli investimenti già fatti dalle aziende, su cui hanno costruito una pianificazione fino al 2026. Dal trasporto pesante a quello ferroviario e navale: tanti grandi player italiani della mobilità e le loro filiere di PMI sono già all’avanguardia, ma occorrono investimenti pubblici e certezza normativa per programmare il futuro. La revisione del Pnrr comporterebbe un grave rischio per tutto il comparto e arresterebbe la crescita di aziende italiane in grado di assicurare al nostro Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione energetica e di potenziare finalmente la filiera tecnologica. Rappresenterebbe, inoltre, un’occasione sprecata per la creazione di nuovi posti di lavoro e per rendere il Centro e il Sud, per le particolari condizioni meteorologiche di cui godono, veri e propri centri di produzione di energia. L’Italia e importanti aziende e centri di ricerca hanno recentemente visto selezionati e finanziati progetti sull’idrogeno per più di miliardo e mezzo di euro sommando gli Important Project of Common European Interest notificati, i bandi Ricerca e sviluppo approvati dal MITE a giugno 2022 e i bandi della Clean Hydrogen Partnership. Un eventuale cambio di rotta sarebbe in contrasto con la strategia di sviluppo già avviata, con ripercussioni gravi su tutto l’ecosistema e le filiere produttive legate allo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico.
Bandi MITE per la ricerca sull’idrogeno
A giugno 2022, si legge nella nota, il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) aveva notificato l’elenco dei progetti ammessi ai finanziamenti messi a gara lo scorso marzo del valore di 50 milioni di euro stanziati dall’investimento M2C2 3.5 del Pnrr, di cui 20 milioni dedicati a progetti di organismi di ricerca pubblici (enti e università) e 30 milioni di euro per progetti di ricerca sviluppati dalle imprese. Altri 110 milioni sono stati stanziati dal Pnrr sulla stessa linea di finanziamento e assegnati all’Enea con un apposito accordo di programma.
Per quanto riguarda il bando riservato alle istituzioni pubbliche, i progetti ammessi al finanziamento sono 7:
• il progetto MECCA dell’Università di Messina con 3 milioni di euro
• il progetto NoMaH dell’Università di Calabria; 3,2 milioni di euro
• il progetto PROMETH2eus dell’Università di Genova; 3,5 milioni di euro
• il progetto ART-2-HYDROGEN dell’Università di Parma; 2,1 milioni di euro
• il progetto TIPIC dell’Università La Sapienza di Roma; 2,8 milioni di euro
• il progetto ECOSTORE-H2 dell’Università del Piemonte Orientale; 3,9 milioni di euro
• il progetto PERMANENT del Politecnico di Milano; 3,4 milioni di euro.
Sono ben 15, invece, i progetti ammessi al finanziamento tramite il secondo bando, quello riservato alle imprese, che stanziava complessivamente 30 milioni di euro.