Ogm bollenti – Il Senato ribadisce la clausola di salvaguardia, ma i giudici Ue “liberano” il Mon810
Palazzo Madama chiede verifiche più stringenti per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non. Nelle stesse ore la Corte di giustizia Ue dà ragione all’agricoltore friulano che aveva seminato il mais tecnologico della Monsanto
Nuovo stop agli organismi geneticamente modificati in Italia: il Senato trova un’intesa tra tutti i gruppi su un ordine del giorno che ribadisce la validità della clausola di salvaguardia sull’utilizzo degli ogm in agricoltura. Passa dunque un testo che, tra l’altro, invita a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola.
L’ordine del giorno bipartisan impegna il governo ad adottare la clausola di salvaguardia prevista da una direttiva della Cee del 2001 “a tutela della salute umana, dell’ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare”. Il documento unitario, riferisce una nota di palazzo Madama, impegna inoltre l’esecutivo “a rafforzare la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il coinvolgimento del Corpo forestale dello stato, che da tempo – si legge – effettua verifiche per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non e per controllare l’eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate”.
Esulta la Coldiretti: “Il ricorso alla clausola di salvaguardia – ricorda il presidente Sergio Marini – è già stato richiesto in più occasioni dalle amministrazioni regionali ed è uno strumento esercitato da alcuni stati membri della Ue in relazione a nuove evidenze scientifiche, che evidenziano l’impatto degli ogm anche su aspetti diversi da quelli economici”. Sulla base dell’indagine Coldiretti-Swg di ottobre 2012 quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali.
Caso Friuli, Slow Food attacca la Corte Ue – “Riteniamo che la Corte europea abbia commesso un grave errore di metodo e un errore di merito”, così commentano Alessandro Lamacchia, Katjuscka Piane e Stefano Cavallito, avvocati che rappresentano Slow Food, la decisione dei giudici Ue che si sono espressi in merito alla domanda di pronuncia pregiudiziale richiesta dal collega di Pordenone, Rodolfo Piccin, relativa alla causa penale contro Giorgio Fidenato accusato di aver messo a coltura mais ogm della varietà Mon810 (Monsanto), senza avere ottenuto l’autorizzazione prevista in Italia secondo il decreto legislativo del 2001. Causa in cui Slow Food Italia, la regione Friuli Venezia Giulia, la provincia di Pordenone, Coldiretti e Codacons si sono costituite parte civile.
“La mancanza del contraddittorio non ha permesso di sottolineare questi e altri aspetti della norma nazionale e del caso concreto e di cogliere così anche le differenze con il caso Pioneer e le varie ragioni a sostegno delle posizioni delle parti civili”, aggiungono i legali.
“Invitiamo i ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute a dare attuazione, nel più breve tempo possibile, all’adozione della clausola di salvaguardia, così come peraltro è stato sollecitato dal Senato. Occorre evitare che qualcuno, prendendo spunto da questa ordinanza, si senta autorizzato a seminare ogm nel nostro paese”, aggiunge Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia.