Osservatorio Eurispes: rischio default per la mobilità in Italia
Complice la crisi, il 52% dei cittadini utilizza in misura maggiore i mezzi pubblici: “Situazione al limite della sostenibilità”. Per Legambiente il 71% dei finanziamenti della legge Obiettivo è stato destinato alle strade e alle autostrade. Solo il 15% alle ferrovie
Tra tagli al trasporto pubblico locale, l’aumento delle tariffe e la crisi economica che costringe sempre più persone a lasciare la macchina in garage, il sistema della mobilità in Italia nei prossimi mesi rischia il default. L’allarme arriva dall’Eurispes.
Secondo i più recenti dati diffusi dall’istituto di ricerca, il 52,2% dei cittadini per far fronte alla crisi ha ridotto nel corso dell’ultimo anno le spese per il carburante, utilizzando in misura sempre maggiore i mezzi pubblici. “Una situazione al limite della sostenibilità – avvertono gli esperti – specialmente nelle grandi aree metropolitane con gravi disservizi a Milano, Roma e Napoli”.
Ma non è solo colpa della congiuntura economica. Sono tre milioni i pendolari che ogni giorno per gli spostamenti usano i treni e i mezzi pubblici: eppure, la politica nazionale dei trasporti e della mobilità in generale continua a scommettere sulla strada. Secondo quanto emerge da un recente studio di Legambiente, negli ultimi dieci anni il 71% dei finanziamenti della legge Obiettivo è stato destinato alle strade e alle autostrade, il 15% alle ferrovie e solo il restane 14% alle reti metropolitane. Così, nel confronto europeo l’Italia mostra deficit strutturali significativi, con ritardi pesanti proprio nel comparto ferroviario: mentre in Europa mediamente ci sono otto chilometri di ferrovie per ciascun abitante, in Italia si scende a cinque.
Lo spread infrastrutturale aumenta soprattutto nelle grandi città. La sola città di Madrid, con i suoi 230 chilometri di metropolitana, supera l’intera rete del nostro paese.
“Intervenire subito nelle aree a maggior densità di traffico” – “Il sistema dei trasporti per una nazione può essere paragonato al sistema circolatorio del corpo umano – osserva Carlo Tosti, direttore dell’osservatorio dell’Eurispes. – Se in alcune aree il sangue smette di circolare la parte va in necrosi. Questo è quanto sta accadendo nelle aree urbane e suburbane del nostro paese. Quindi, vista anche l’attuale situazione economica, elaboriamo pure progetti grandiosi per i prossimi decenni, ma interveniamo subito nelle aree a maggior densità di traffico che interessano ogni giorno la vita della quasi totalità della popolazione attiva”.