Tecnologia

Il 2,6-diclorobenzochinone (2,6-Dcq) sembrerebbe meno dannoso per gli ambienti acquatici rispetto all’utilizzatissimo cloroxilenolo. Lo ha scoperto un team di ricercatori giapponesi

Il cloroxilenolo, un disinfettante utilizzato in tutto il mondo, è considerato minaccioso negli ambienti acquatici a causa soprattutto del suo massiccio consumo. Ma i ricercatori della School of engineering della Hong Kong University of science and technology hanno ora individuato un’alternativa promettente nel 2,6-diclorobenzochinone (2,6-Dcq). Lo riporta Agenbio.  

La ricerca, guidata dal dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’ateneo, studiando i sottoprodotti della disinfezione da molti anni, ha notato che il cloroxilenolo è simile ad alcuni sottoprodotti alo-fenolici, scoperti dal team giapponese, che hanno dimostrato di degradarsi rapidamente tramite fotolisi solare. I ricercatori sono riusciti a selezionare un disinfettante efficace ad ampio spettro che può essere rapidamente degradato e detossificato nelle acque riceventi.
In particolare, si è testata l’efficacia di dieci diversi disinfettanti nell’inattivazione di vari patogeni, tra cui e.coli, staphylococcus aureus, candida albicans e batteriofago Ms2: è emerso che il 2,6-Dcq è da 9 a 22 volte più efficace del cloroxilenolo nell’inattivazione di questi batteri, funghi e virus. Due giorni dopo essere stato scaricato in acqua di mare, il 2,6-Dcq mostra una tossicità per lo sviluppo 31 volte inferiore rispetto al cloroxilenolo.