Allarme Siwi: un quarto dell’acqua serve a produrre cibo che nessuno mangia
Eppure 900 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. La produzione di carne richiede circa 8-10 volte più acqua rispetto a quella di cereali. In India, Cina e Usa i maggiori prelievi. I dati presentati dallo Stockholm international water institute in occasione della Settimana mondiale dell’acqua
Oltre un quarto di tutta l’acqua che consumiamo nel mondo serve a produrre oltre un miliardo di tonnellate di cibo che nessuno mangia. Questa la denuncia dello Stockholm international water institute, Siwi, che ogni anno organizza la Settimana mondiale della risorsa idrica in Svezia.
“L’acqua che viene impiegata in questo modo – spiega da Stoccolma, centro dei lavori della Settimana, Torgny Holmgren, il direttore esecutivo del Siwi, – insieme ai miliardi di dollari spesi per produrre, trasportare, imballare e comprare il cibo, viene buttata”. Un dato eclatante considerando che oltre 900 milioni di persone soffrono la fame e due miliardi di sottonutrizione, mentre un miliardo e mezzo mangia troppo e un terzo di tutto il cibo sul pianeta viene perso o sprecato. La domanda di cibo e fibre si stima crescerà del 70% entro il 2050, con un impatto insostenibile per l’oro blu.
A livello globale Siwi calcola che il 70% dell’acqua viene impiegato in agricoltura, il 20% dall’industria e il 10% per uso domestico. Parte dell’attuale pressione sulla risorsa deriva dalla crescente domanda per gli allevamenti: la produzione di carne richiede circa 8-10 volte più acqua rispetto a quella di cereali, per esempio. Un bambino che nasce nei paesi industrializzati consuma fino a cinquanta volte più acqua rispetto a un coetaneo che abita in un paese in via di sviluppo. La rapida crescita della popolazione globale ha comportato che il prelievo sia triplicato negli ultimi cinquant’anni e ormai oltre il 60% delle città europee sovrasfrutta le risorse delle sue acque sotterranee.
I maggiori consumatori idrici a livello mondiale sono India, Cina e Usa, seguiti da Pakistan, Giappone, Tailandia, Indonesia, Bangladesh, Messico e Russia.
Infine le stime: nei paesi in via di sviluppo si prevede un aumento del 50% dei consumi di acqua per il 2025 e in quelli industrializzati una crescita del 18%. Nel 2030, il 47% della popolazione mondiale vivrà in aree con problemi di scarsità d’acqua. Dare da mangiare a tutti nel 2050, inclusi i sottonutriti e gli ulteriori tre miliardi di persone che abiteranno il pianeta in quella data, potrebbe richiedere il 50% in più di acqua rispetto a quella necessaria attualmente. Per questo è fondamentale ridurre almeno della metà gli sprechi di cibo.