Amsa: nessun licenziamento e no allo scorporo degli impianti
L’utility milanese dei rifiuti trova l’accordo con Cgil, Cisl e Uil. Tensioni per lo sciopero della raccolta indetto dall’Ugl
Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti della Lombardia esprimono “grande soddisfazione” per la sottoscrizione dell’accordo con Amsa e A2a, col quale “si dà una prima risposta alle forti preoccupazioni espresse dal sindacato e dai lavoratori rispetto al piano industriale presentato nei mesi scorsi, che prevedeva lo scorporo di tutti gli impianti da Amsa e il loro conferimento alla costituenda A2a Ambiente”. Così le tre sigle in una nota.
“L’accordo – prosegue il comunicato – restituisce ad Amsa gran parte degli impianti, mantenendo così all’azienda quella autonomia gestionale e quella struttura industriale che l’hanno resa leader nel settore, e le assicura un futuro di investimenti e sviluppo non relegandola alla mera attività di spazzamento e raccolta. È ribadita la volontà sia aziendale che di gruppo di allargare l’attività di Amsa al territorio dell’intera area metropolitana e anche oltre. Viene inoltre confermato il mantenimento del ciclo integrato con l’accesso agli altri impianti collocati in A2a Ambiente”.
L’intesa prevede garanzie sulle tutele occupazionali, escludendo il ricorso a qualsiasi strumento di ammortizzatore sociale, con la garanzia per tutti i dipendenti di Amsa del posto di lavoro e degli assetti contrattuali vigenti. Viene escluso anche il ricorso a esternalizzazioni, ricordano i sindacati, e anzi sono previsti rientri di attività a oggi esternalizzate.
Lo sciopero – In un comunicato, l’azienda milanese ha espresso invece “disappunto” per come si è svolto lo sciopero dei dipendenti del 27 maggio scorso, con un’adesione del 18%, durante il primo turno, e del 7%, nel secondo. L’agitazione, con traffico bloccato e raccolta dei rifiuti saltata in un quarto della città, era stata indetta dalla sigla sindacale Ugl.
Secondo l’Amsa, si è infatti trattato di “interruzione di pubblico servizio”: i lavoratori in stato di agitazione avrebbero bloccato l’attività di quattrocento colleghi pronti a iniziare raccolta e pulizia.