Federutility e l’acqua – D’Ascenzi: “ Il festival è aperto anche ai forum”
Così il vicepresidente di Federutility e ideatore del Festival dell’Acqua, risponde alle polemiche abruzzesi sulla presenza della manifestazione a L’Aquila dal 6 all’11 ottobre, escludendo che ci sia “l’atteggiamento di chi stia tramando oscure manovre di privatizzazione”
“Alle osservazioni del Forum dei movimenti per l’acqua rispondiamo con i fatti: sono tutti invitati e benvenuti e saremo lieti di confrontarci apertamente su tutti i temi”. Così Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility e ideatore del Festival dell’Acqua, risponde alle polemiche abruzzesi sulla presenza della manifestazione a L’Aquila dal 6 all’11 ottobre, aggiungendo che “il festival è aperto a tutti” ed escludendo che ci sia "l’atteggiamento di chi stia tramando oscure manovre di privatizzazione".
D’Ascenzi, in una nota, aggiunge che "il presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale dell’acqua, Rosario Lembo è già uno dei relatori alla tavola rotonda di apertura di lunedi 7 ottobre, proprio intitolata ‘acqua bene comune’. Per sei giorni si parlerà di acqua sotto qualsiasi angolazione: tecnica, giuridica, scientifica, spaziale, filosofica, didattica e quant’altro. Il tema dell’acqua come ‘bene comune’ è uno dei tanti affrontati in modo serio e senza pregiudizi".
Il vice presidente di Federutility rileva che "la scelta di come gestire le risorse idriche e gli assetti idrogeologici in Italia è un tema serio e non va sminuito con slogan e luoghi comuni, sennò si mantiene la situazione attuale in cui tutti dicono che l’acqua è importante, ma nessuno investe per tutelarla.
Ricordando il referendum del 2011, D’Ascenzi afferma: "Siamo stati aggrediti , in alcune città d’Italia anche fisicamente, e siamo diventati i nemici del referendum, a parere di alcuni, per il semplice fatto di aver affermato che il referendum era importante, ma non risolveva il problema. I fatti ci danno ragione. A due anni dai risultati, fantastici di partecipazione popolare, si deve ancora capire come sostenere il servizio idrico.
“Si è tornati - osserva D’Ascenzi - in una incertezza normativa ed economica. Bisogna capire un dato: che i soldi siano pubblici, che ci siano finanziamenti europei o nazionali o che ci sia il ricorso ai mutui bancari, gli interventi di manutenzione vanno realizzati”. Ci si lamenta degli acquedotti colabrodo, ma chi dovrebbe farli e con quali soldi? Lo Stato senza risorse? I Comuni bloccati dal patto di stabilità? Servono ogni anno due miliardi e mezzo di euro per i prossimi 30 anni. Per migliorare il servizio idrico, in Europa e nel mondo occidentale, si spendono 80 euro all’anno per ogni cittadino. In Italia ne spendiamo 26, con il risultato - conclude - che siamo in ritardo sulla depurazione e la Corte Europea ci ha già multato come inquinatori dell’ambiente".